Sono 328 i casi di ebola in Guinea dall’inizio dell’anno (208 i decessi), 79 in Sierra Leone e 12 in Liberia. Secondo lo studio di un gruppo di medici, pubblicato nei mesi scorsi sulla rivista americana New England Journal of Medicine, il virus responsabile dell’epidemia in Guinea non sarebbe stato importato dall’Africa Centrale, ma generato da un nuovo ceppo di ebola.
di Rita Plantera
Cape Town, 5 giugno 2014 – OMS: nuovi casi di ebola in Guinea e Sierra Leone È salito a 328 (tra confermati e sospetti) il numero di casi di ebola in Guinea dall’inizio di quest’anno. Di questi, 208 sono i decessi di cui 21 registrati soltanto tra il 29 maggio e il 1 giugno insieme a 37 nuovi casi. A renderlo noto mercoledì è stata l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Sono invece 79 i casi tra confermati e sospetti emersi in Sierra Leone e 12 in Liberia di cui 9 decessi. In Guinea, più della metà delle ultime morti sono avvenute nella regione meridionale di Gueckedou, città nota per il suo mercato settimanale – che richiama commercianti dalle zone circostanti nonché dai Paesi limitrofi – oltreché epicentro del focolaio di ebola scoppiato a febbraio. Primo caso di epidemia di febbre emorragica nell’Africa Occidentale, quello attuale viene considerato dall’OMS come uno dei più gravi da quando il virus è stato identificato nel 1976 in quella che oggi è la Repubblica Democratica del Congo (RDC).
L’ultima epidemia risale al 2012, ancora nella RDC: furono 62 le persone infette e 34 i morti tra maggio e novembre di quell’anno, secondo i dati del Ministero della Salute del Paese. Ad oggi, non esiste alcun trattamento o vaccino contro il virus ebola, che si trasmette per contatto sessuale, contatto diretto con sangue, feci o sudore, o con cadaveri contaminati e che uccide tra il 25 e il 90 per cento di coloro che si ammalano, a seconda del ceppo di provenienza. Secondo i ricercatori, ebola si moltiplica rapidamente, disinnescando così la capacità del sistema immunitario di combattere l’infezione. I sintomi vanno dai dolori simili a quelli influenzali, alle emorragie interne ed esterne causate da insufficienza epatica e renale.
Chi contrae la malattia ha più possibilità di sopravvivenza se il virus viene identificato in breve tempo. Intanto a sollevare lo spettro di ulteriori epidemie regionali è stato lo studio di un gruppo di oltre 30 medici e scienziati pubblicato nei mesi scorsi sulla rivista americana New England Journal of Medicine secondo cui il virus responsabile dell’epidemia scoppiata in Guinea non sarebbe stato importato dall’Africa Centrale, ma generato da un nuovo ceppo ebola. Endemico nella Repubblica Democratica del Congo, in Uganda, Sud Sudan e Gabon, ebola ha ucciso più di 1.500 persone a partire dal 1976, mentre questa è la prima epidemia mortale in Africa Occidentale.
I casi in Sierra Leone e Liberia suscitano non poche preoccupazioni e timori che il virus, uno dei più letali tra quelli conosciuti, possa diffondersi anche in altri Paesi dell’Africa occidentale che non disponendo di sistemi sanitari adeguati soffrirebbero conseguenze devastanti. Nena News