L’Organizzazione mondiale della Sanità ha dichiarato l’assenza di nuovi casi negli ultimi 42 giorni, ma nella vicina Guinea Conakry il virus c’è ancora. L’infezione ha ucciso 3.955 persone in tutto il Paese nel corso degli ultimi 18 mesi, lasciando 12 mila orfani
di Federica Iezzi
Freetown (Sierra Leone), 9 novembre 2015, Nena News - E’ finalmente arrivata, in Sierra Leone, la dichiarazione ufficiale da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sull’assenza di trasmissione del virus ebola per 42 giorni consecutivi.
L’infezione ha ucciso 3.955 persone in tutto il Paese nel corso degli ultimi 18 mesi, lasciando 12 mila orfani. La vicina Liberia è stata dichiarata libera dall’ebola lo scorso settembre, dopo 4.808 casi mortali. La Nigeria ha appena attraversato il traguardo di 61 giorni senza contagi dal virus.
In Guinea Conakry l’ebola c’è ancora. Un nuovo caso confermato nella prima settimana di novembre, nel distretto di Forecariah. Si tratterebbe di un neonato contagiato da madre malata. I decessi legati al filovirus in Guinea Conakry hanno raggiunto quota 2.536. Ancora 382 casi sono sotto stretta sorveglianza medica. Intanto continua in tutti i casi sospetti l’immediata vaccinazione con il rVSV-ZEBOV Ebola vaccine.
I numeri parlano di 28.607 casi documentati di contagio dal virus ebola, in Africa occidentale, e 11.314 morti.
Per ricordare le vittime del virus della febbre emorragica, un corteo di migliaia di persone ha sfilato lo scorso sabato sera, in tutte le strade del centro di Freetown, in Sierra Leone. Celebrazioni, lettura dei nomi delle vittime, riconoscimenti per i 35.000 membri del personale sanitario, che hanno combattuto senza sosta a fianco dello staff internazionale, si sono susseguiti all’ombra dell’albero di cotone di 600 anni, simbolo della città.
Ernest Bai Koroma, presidente della Sierra Leone, ha ricordato ai cittadini che è appena iniziato il periodo di sorveglianza di 90 giorni, seconda tappa fondamentale per dichiarare il Paese fuori pericolo. 1.437 persone sono state sottoposte a test di laboratorio nell’ultima settimana.
Il National Ebola Response Centre continuerà a operare fino alla fine dell’anno. E tutti i casi di morte sospetta dovranno seguire le procedure di sepoltura delle linee-guida tecniche, messe a punto dall’OMS.
Funzionari e operatori sanitari segnalano ancora come incogniti gli effetti collaterali a lungo termine nei pazienti guariti dalla malattia: meningite ebola-correlata, sopravvivenza del virus in particolari siti del corpo umano, meccanismi della trasmissione sessuale.
Partita da Gueckedou in Guinea Conakry, l’ebola si diffuse in Sierra Leone dal maggio 2014. Da allora almeno 14 mila casi documentati.
Coprifuoco, chiusura delle scuole e degli uffici pubblici, annullamento delle partite di calcio o delle proiezioni di film nei cinema, formazione specialistica di 1.970 medici e infermieri, implementazione dei servizi igienico-sanitari, istituzione di 160 unità di cura dell’ebola: questi alcuni del provvedimenti presi dal governo di Koroma, per cercare di arginare l’incalzante contaminazione.
Dai dati di Save the Children 1,8 milioni di bambini nell’ex colonia britannica hanno perso nove mesi di scuola.
La scura e straziante crisi sanitaria ha anche azzerato lo sviluppo economico in Sierra Leone, già devastata da 11 anni di guerra civile terminata nel 2002. Nena News
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