Dopo 17 mesi di impasse politica, è nato ufficialmente ieri il nuovo esecutivo israeliano. Per capirne di più, abbiamo sentito Michele Giorgio, direttore di Nena News e corrispondente da Gerusalemme per il Manifesto
della redazione
Roma, 18 maggio 2020, Nena News – Il parlamento israeliano ha approvato ieri (73 voti a favore, 43 contrari) il governo d’unità nazionale Netanyahu-Gantz ponendo così fine a più di 17 mesi di impasse politica. Secondo l’accordo, Netanyahu resterà premier per 18 mesi al termine dei quali sarà sostituito dal suo ex principale rivale politico Benny Gantz che per il momento avrà la carica di ministro della difesa e “primo ministro alternato”. “Il popolo voleva l’unità ed ha ottenuto questo”, ha detto ieri il leader del Likud al parlamento che ha sottolineato la necessità di risparmiare al paese la quarta elezione in poco più di un anno. Una “necessità”, ha spiegato il premier più longevo della storia d’Israele, soprattutto in queste settimane dove la minaccia rappresentata dal Coronavirus non è ancora finita. In realtà, però, più che essere un “governo d’emergenza” nato per fronteggiare il Covid-19, quello che è stato annunciato ieri è un “governo di annessione”: tra i punti in agenda, infatti, c’è l’annessione ad Israele della Valle del Giordano e di altre porzioni del territorio cisgiordano palestinese. Per saperne di più, abbiamo sentito Michele Giorgio, direttore di Nena News e corrispondente da Gerusalemme per il Manifesto.