Lo ha appena annunciato il presidente del Parlamento. Contro di lui 6 candidati semisconosciuti che, probabilmente, non otterranno i 35 voti dei parlamentari necessari per poter essere eleggibili
dalla redazione
Roma, 28 aprile 2014, Nena News – Bashar al-Assad si è ufficialmente ricandidato alla presidenza della Siria. Prima di lui, quattro nuovi candidati sono entrati nella corsa per le elezioni presidenziali fissate per il prossimo tre giugno: Sawsan Haddad, Samir Maala, Mohammad Firas Rajjouh e Abdel-Salam Salameh vanno ad aggiungersi all’uomo d’affari Hassan al-Nouri e al candidato comunista Maher Hajjar come probabili sfidanti del presidente siriano Bashar al-Assad. Lo ha annunciato ieri Jihad Lahham, presidente del Parlamento siriano, salutando “l’atmosfera democratica” nella quale gli aspiranti capi di stato stanno per intraprendere la loro corsa.
Non si sa quasi nulla dei quattro candidati e poco è stato diffuso sul loro background politico al momento dell’annuncio della loro inclusione nella corsa alla presidenza. Sawsan Haddad, l’unica donna tra i sei, è un’ingegnere meccanico di Lattakia, la zona a maggioranza alawita da cui proviene la famiglia Assad. Come riporta il quotidiano libanese Daily Star, molti media legati all’opposizione siriana avrebbero svelato la sua appartenenza al partito Baath. Samir Maala è docente di legge internazionale nato nella provincia di Quneitra, nel Golan, mentre Rajjouh proviene da Damasco e Salameh da Homs.
Mentre in una dichiarazione governativa si legge che “la presidenza siriana si mantiene equidistante da tutti i candidati affinché i siriani possono scegliere il loro presidente liberamente e in modo trasparente”, la realtà della legge elettorale avvalora la tesi di chi grida alle “elezioni-farsa”. Oltre all’impossibilità di presentare la propria candidatura se non si è vissuto in nel Paese in modo continuativo negli ultimi dieci anni, gli aspiranti presidenti dovranno ricevere il sostegno di almeno 35 parlamentari su 250. Considerato che nessun parlamentare può sostenere più di un candidato e che 160 di loro fanno parte del partito Baath che sosterrà molto probabilmente la candidatura di Assad.
Una nuova legge elettorale che, in teoria, cancella la clausola del candidato unico sottoposto a referendum come accaduto negli ultimi trent’anni, mentre in pratica elimina dalla corsa qualsiasi rappresentante dell’opposizione e riduce la corsa a due, forse tre candidati, tanti quanti possono essere sostenuti dai parlamentari. Ci si chiede, poi, quanti cittadini siriani potranno effettivamente andare a votare: oltre all’impossibilità di uscire ed entrare in città assediate come Homs, molte zone del Paese rimangono sotto il controllo dei ribelli, soprattutto dei gruppi jihadisti. I quali, certamente, non permetteranno che si svolgano operazioni di voto per il “nemico” sotto il loro naso. Nena News.