Libero il giornalista egiziano Khaled Dawoud dopo 18 mesi di carcere. Onu: oltre 1.800 persone fuggite dal Darfur in Ciad. Dopo l’attacco israeliano a Natanz, Teheran riprende l’arricchimento dell’uranio
della redazione
Roma, 14 aprile 2021, Nena News
Libero il giornalista egiziano Khaled Dawoud
Dopo 18 mesi di prigione, è stato rilasciato il giornalista e politico egiziano Khaled Dawoud. Lo hanno annunciato Hisham Younes, membro del sindacato dei giornalisti, e il noto avvocato (lui stesso ex prigioniero politico) Khaled Ali. Ex leader del partito di opposizione al-Doustor e giornalista del quotidiano statale Al Ahram, Dawoud era stato arrestato nel settembre 2019, nell’ambito di un’ampia campagna di repressione governativa seguita a proteste contro il regime, un movimento popolare durato poche settimane e partito dalle periferie che chiedeva la cacciata del presidente al-Sisi.
All’epoca erano state arrestate circa 2mila persone, molte prese casa per casa. Il giornalista era stato accusato di collaborazione con organizzazione terroristica, pubblicazione di notizie false e uso strumentale dei social media, gamma di reati sempre più utilizzati in questi anni dalla magistratura e dal governo per incarcerare oppositori e dissidenti sotto l’ombrello della vaga ma brutale legge anti-terrorismo.
E’ il secondo giornalista a venir rilasciato in pochi mesi dalle carceri egiziane: il 6 febbraio scorso a lasciare la cella era stato il giornalista di al Jazeera Mahmoud Hussein, dopo quattro anni di carcere in detenzione cautelare, senza che si arrivasse mai a un processo. In quel caso venne citata come possibile motivazione del rilascio il riavvicinamento tra il Qatar da una parte e Arabia Saudita, Emirati Arabi ed Egitto dall’altra, dopo anni di rottura dei rapporti diplomatici e politici.
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Onu: oltre 1.800 persone fuggite dal Darfur in Ciad
Sarebbero oltre 1.800 i nuovi rifugiati che hanno raggiunto il Ciad dal Darfur a causa di scontri tribali nella regione sudanese scoppiati lo scorso 3 aprile, secondo quanto denunciato dall’Unhcr, l’Alto Commissariato Onu per i rifugiati. Si tratta per lo più di donne, bambini e anziani provenienti dai villaggi vicino alla frontiera.
“I rifugiati arrivati in Ciad – scrive l’Unhcr – parlano della distruzione delle loro case e proprietà e di attacchi mirati ai campi rifugiati. Le condizioni in Ciad sono disastrose. Le famiglie vivono all’aria aperta, si riparano sotto gli alberi. Non hanno quasi nessuna protezione in una regione in cui le temperature raggiungono regolarmente i 40 gradi durante il giorno”.
Le ultime violenze in Darfur – teatro nel 2003 di una guerra feroce che ha provocato 300mila morti e 2,5 milioni di sfollati – sono riprese all’inizio di aprile tra tribù arabe di pastori e massalit, per lo più contadini, dopo l’uccisione nella capitale statale El Geneina di due massalit.
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Dopo l’attacco israeliano a Natanz, Teheran riprende l’arricchimento dell’uranio
Pochi giorni dopo l’attacco, attribuito a Israele sia dalla Repubblica islamica che dalla stampa israeliana (e indirettamente rivendicato dal premier Netanyahu), l’Iran ha ripreso l’arricchimento dell’uranio nell’impianto nucleare di Natanz, preso di mira domenica. Un arricchimento al 60%, in violazione dell’accordo sul nucleare civile del 2015, già congelato dall’amministrazione Trump che ha introdotto vecchie e nuove sanzioni contro Teheran.
Mentre a Vienna, come da programma, si dialoga nel vertice tra l’Iran e i paesi firmatari dell’accordo di sei anni fa (Gran Bretagna, Francia, Germania, Russia e Cina), con la Ue come presidente e gli Stati Uniti presenti a metà, Teheran prosegue sulla propria strada, intenzionata a utilizzare ogni spiraglio per costringere le altre parti a tornare al tavolo senza precondizioni e soprattutto alla luce della cancellazione delle sanzioni che soffocano l’economia del paese e limitano la risposta alla pandemia. L’avvio di nuove centrifughe a Natanz era stato annunciato sabato, poche ore prima dell’esplosione che ha rischiato – come spiegato dal governo iraniano – di provocare una catastrofe ambientale. Nena News