Venerdì 74 prigionieri sono evasi dal carcere di Saqqez. Dieci giorni prima 23 da quello di Kharramabad. Le autorità iraniane hanno finora rilasciato 100.000 detenuti per evitare la diffusione del Coronavirus che qui ha fatto oltre 2.700 vittime ufficiali. Altri 10.000 detenuti sono prossimi ad essere rilasciati
di Roberto Prinzi
Roma, 31 marzo 2020, Nena News – I provvedimenti decisi da Teheran per svuotare le carceri iraniane nel tentativo di evitare la diffusione del Coronavirus non sono bastati: negli ultimi 10 giorni sono decine i detenuti che sono scappati dalle prigioni. L’ultimo episodio è accaduto venerdì nella prigione di Saqqez (nord ovest del Paese) quando ad evadere sono stati in 74. “Alcune guardie carcerarie sono state convocate e quattro di loro sono state arrestate. Altre sono stati rilasciate su cauzione” ha detto domenica all’Agenzia Irna Mojtaba Shirouzbozorgi, ufficiale giudiziario nella provincia del Kurdistan iraniano.
Il numero fa il paio con i 23 detenuti evasi dal carcere della città di Kharramabad, la capitale della provincia occidentale del Lorestan, poche ore prima che iniziassero le celebrazioni del capodanno iraniano (Nowruz). Secondo la versione ufficiale, i prigionieri, che scontavano pene al massimo di un anno, sarebbero riusciti a fuggire di notte mentre i secondini si stavano preparando per l’amnistia di Nowruz.
La situazione resta poi tesa nelle prigioni delle province di Tabriz e Hamedan e nella città di Aligoudarz dove si sono registrati tentativi di fuga che le forze di sicurezza sono riusciti a sventare. Per il procuratore di Hamedan, le rivolte sono partite “con il pretesto della diffusione del Coronavirus”. Le ribellioni, almeno nella prigione di Aligoudarz, hanno portato all’uccisione di un detenuto.
Teheran, intanto, promette nuovi rilasci fino al 19 aprile: ai 100.000 prigionieri finora liberati (tra questi, dopo pressioni dell’Onu, ci sono anche alcuni politici), a breve dovrebbero aggiungersi altri 10.000 che rientrano nell’amnistia promessa per Nowruz. Come ha spiegato una fonte giudiziaria sabato, l’obiettivo è “ridurre il numero dei carcerati vista la situazione sensibile in Iran”. Un numero consistente di permessi in un Paese che però, va sottolineato, ha una popolazione carceraria numerosa: secondo un rapporto dell’Onu sui diritti umani in Iran presentato a gennaio sono 189.500 i detenuti. Un dato che va letto anche tenendo conto delle denunce delle organizzazioni dei diritti umani sulle terribili condizioni in cui si trovano i reclusi, a partire dal carcere di Evin descritto da molti prigionieri come vero e proprio inferno in terra.
L’esplosione delle prigioni iraniane è ora più che una minaccia per le autorità locali vista la grave emergenza Coronavirus che sta attraversando la Repubblica islamica. Soltanto ieri, secondo i dati offerti alla stampa dal portavoce del ministero della salute, sono morte di Covid 117 persone facendo salire il bilancio ufficiale delle vittime a 2.757 . Sono inoltre 3.186 i casi positivi in più (41.495 i totali). Ma forse l’elemento più grave è che la luce fuori dal tunnel è ancora lontana. Il presidente Rouhani domenica ha provato a tranquillizzare gli iraniani esortandoli ad adattarsi a nuovi stili di vita ancora per un po’ di tempo: scuole, università, centri culturali, sportivi e religiosi sono infatti ormai chiusi da tempo. “Dobbiamo prepararci a convivere con il virus finché non riusciremo a trovare una cura. Le nuove misure (di contenimento) sono state imposte per il bene di tutti. Ora la nostra priorità è la salvezza e la salute del nostro popolo” ha detto il presidente in un discorso televisivo. Il governo ha intanto vietato gli spostamenti tra le città in quanto possibili vettori di contagio e dopo che molti iraniani avevano espresso la loro volontà di viaggiare ugualmente durante il capodanno persiano iniziato il 20 marzo.
A gravare sulla situazione iraniana sono sicuramente le sanzioni statunitensi contro cui l’Iran chiede da tempo alla comunità internazionale di mobilitarsi. L’amministrazione Trump resta inflessibile: i provvedimenti restano nonostante gli effetti letali del Coronavirus in Iran. Anzi, giovedì la Casa Bianca ne ha annunciato dei nuovi. Di fronte a questa posizione di netta chiusura, l’aiuto proposto in questi giorni dalla Casa Bianca alla Repubblica islamica per fronteggiare l’epidemia sembra essere una grossa presa in giro. O almeno così la pensano le autorità iraniane che hanno denunciato immediatamente il doppiogiochismo statunitense. “Gli Usa vanno dal sabotaggio e gli assassini per fare una guerra economica e un terrorismo economico contro gli iraniani al terrorismo medico contro il Covid-19. Questo supera persino ciò che sarebbe permesso sul campo di battaglia” ha twittato domenica il ministro degli esteri iraniano Javad Zarif. Nena News