Nell’attacco morti anche due impiegati. Amman parla di “atto terroristico” e lascia intendere che gli aggressori sono radicalisti islamici
della redazione
Roma, 6 giugno 2016, Nena News – Tre ufficiali dell’Intelligence giordana e due impiegati sono stati uccisi stamane alle sette (ora locale) nel campo rifugiati palestinese di Baqa’a a 20 chilometri dalla capitale Amman. Intervistato dalla tv locale, il portavoce del governo Mohammed Momami ha definito l’attacco un “atto di terrorismo”, ma non ha fornito ulteriori dettagli. Momami ha lasciato intendere, però, che gli aggressori fossero estremisti islamici poiché “hanno mostrato il comportamento criminale [tipico] delle persone che vanno al di fuori della nostra religione”. Al momento nessun gruppo ha rivendicato l’attentato.
Attacchi del genere sono rari nel regno hashemita, alleato della coalizione internazionale a guida statunitense contro l’autoproclamato “Stato Islamico” (l’Is) in Iraq e Siria. Amman ha compiuto vari raid aerei contro l’Is, ma ha interrotto decisamente le sue offensive dopo che uno dei suoi piloti, catturato dai jihadisti nel dicembre 2014, è stato barbaramente bruciato vivo. Pur non partecipando in prima persona ai bombardamenti, la Giordania ha deciso di aprire la base aerea “Principe Hassan” (nel nord est della capitale) agli altri membri della coalizione. A marzo le autorità giordane hanno annunciato di aver sventato una serie di attentati pianificati nel regno dallo Stato islamico (le retate hanno portato all’uccisione di 7 estremisti islamici).
Una settimana fa il re Abdullah II ha sciolto il parlamento e ha scelto l’esperto Hani Mulki come nuovo primo ministro. La nomina di Mulki è giunta alla fine del mandato parlamentare di quattro anni e poche ore dopo l’annuncio delle dimissioni di Abdullah Ensour, uno dei premier che ha servito più a lungo il Paese. Secondo la costituzione, il neo premier ha ora quattro mesi di tempo per indire nuove elezioni e formare un nuovo esecutivo. Nelle prossime elezioni i candidati indipendenti non potranno candidarsi singolarmente, ma dovranno essere inseriti in delle liste. La novità elettorale dovrebbe ridurre il peso del sostegno della tribù, ma, sostengono i critici, potrebbe ostacolare i candidati indipendenti e riformisti. Nena News