Il tribunale militare di Blida ha assolto il fratello dell’ex presidente Bouteflika e i generali Mediene e Tartag, tre esponenti del sistema che il movimento popolare Hirak ha tentato di far cadere con le sue proteste popolari. In carcere però va Walid Kechida condannato per aver criticato il governo e la religione con le sue vignette satiriche
di Melissa Aglietti
Roma, 3 gennaio 2020, Nena News – Il tribunale militare di Blida, a sud di Algeri, ha pronunciato in appello l’assoluzione di Said Bouteflika, ex consigliere della presidenza e fratello del presidente deposto Abdelaziz Bouteflika, che stava scontando una pena detentiva di quindici anni. Con lui sono stati assolti dalla grave accusa di “associazione a delinquere contro l’autorità dello Stato e dell’esercito”, i generali Mohamed Mediène, noto come “Toufik”, il cui nome un tempo faceva tremare gli algerini, e Athmane Tartag, ex capo dei servizi segreti, e la presidente del partito dei lavoratori (PT), Louisa Hanoune, per decenni presenza fissa sulla scena politica algerina. Un terzo atto consumato in rapidità – il processo si è chiuso in sole tre ore – e dal sapore incompleto, che di fatto ha lasciato impuniti i maggiori esponenti del Pouvoir.
Said Bouteflika, considerato il vero detentore del potere in Algeria a causa delle condizioni di salute dell’ex presidente, colpito nel 2013 da un ictus, è stato arrestato dopo che suo fratello è stato destituito grazie alle proteste guidate dall’Hirak, “il movimento”, a favore della democrazia, scoppiate nel 2019. È il sistema delle doppie misure adottato dal nuovo governo, che con una mano lascia in piedi il vecchio sistema dietro la falsa promessa di un regime change e dall’altra soffoca la libertà di espressione con la censura dei giornali online. Un clima di crescente repressione che ha portato all’arresto del giovane studente di 25 anni Walid Kechida, condannato a tre anni con l’accusa di aver pubblicato vignette satiriche nel gruppo “Hirak Memes”, con oggetto esponenti del governo, tra cui il presidente Abdelmadjid Tebboune, e la religione. Ma gli algerini non sono stati in silenzio.
Sospese le proteste di piazza a causa della pandemia, l’Hirak ha spostato la sua voce su Internet e sui maggiori social con l’hashtag #FreeWalidKechida. E nel frattempo l’insofferenza del movimento nel confronto del regime aumenta, come aumentano le persone incarcerate per aver espresso il proprio dissenso. In Algeria sono oltre 90 le persone dietro le sbarre per aver sostenuto le proteste dell’Hirak o per aver difeso le libertà individuali. Ad Algeri, tre detenuti sono in sciopero della fame da più di una settimana. Intanto il regime è accusato di voler controllare, tramite una nuova legge, i media online, sia sotto il profilo editoriale che tecnico. La “Nuova Algeria” si prepara così alle elezioni legislative previste per quest’anno. Nena News