Da lunedì è in corso la protesta di 50mila impiegati, senza stipendio da sette mesi. Il movimento islamista accusa Fatah di discriminazione. La rottura è sempre più vicina.
della redazione
Gerusalemme, 14 gennaio 2015, Nena News – Lo sciopero della fame iniziato ieri da ex dipendenti pubblici di Gaza e il raid nel quartier generale del governo nella Striscia di Gaza sono la conseguenza visibile della crepa che sta velocemente disgregando l’esecutivo palestinese di unità nazionale.
Hamas e Fatah non sanno accordarsi e il matrimonio di interesse siglato la scorsa primavera pare agli sgoccioli. Ieri la leadership del movimento islamista, governo de facto di Gaza dal 2007, ha minacciato di abbandonare il governo di riconciliazione, “una decisione politica” figlia – dice il portavoce Mushir al-Masri – figlia del rifiuto dell’Autorità Palestinese di affrontare la questione dei dipendenti pubblici della Striscia senza salario.
“Il governo non si è preso le sue responsabilità nei confronti della Striscia di Gaza, in particolare dei dipendenti pubblici – ha aggiunto al-Masri – Ogni giorno il governo dimostra di essere un esecutivo di divisione e non di consenso nazionale. Questo governo delle fazioni non appartiene al popolo”.
La minaccia giunge a soli due giorni dal meeting d’emergenza tenutosi nell’enclave palestinese tra le varie fazioni politiche, a cui però non ha preso parte il presidente Abbas. Durante l’incontro, i rappresentanti di Hamas hanno chiesto la creazione di un comitato che amministri la crisi in corso a Gaza, proposta rigettata dal Fronte Popolare e dal Fronte Democratico che temono un’escalation di tensione tra Hamas e Fatah.
Resta in sospeso la questione degli stipendi di 50mila dipendenti pubblici gazawi, non pagati ormai da sette mesi: ad ottobre l’Anp ha versato 1.200 dollari a testa a 24mila impiegati, lasciandone però fuori altri 26mila, per lo più nel settore della sicurezza.
Lunedì è iniziato uno sciopero che coinvolge gli impiegati di vari ministeri, seguito ieri dalla decisione di un gruppo di ex dipendenti di avviare uno sciopero della fame. Gli impiegati sono entrati nel quartier generale del governo e lanciato un sit-in che, dicono, non terminerà fino a quando gli stipendi non saranno pagati. Tra i manifestanti cresce la rabbia per quella che ritengono una differenza di trattamento tra chi lavora a Gaza e chi lavora a Ramallah e per il tentativo dell’Anp di sostituire gli attuali dipendenti della Striscia con persone più vicine a Fatah. La stessa cosa che accadde nel 2007, quando i 70mila impiegati nominati da Fatah vennero sostituiti dai 50mila di Hamas, a seguito di una vera e propria guerra civile nella Striscia.
Ieri il Ministero del Lavoro dell’Anp ha rassicurato i manifestanti: nessuno sarà abbandonato, i posti di lavoro sono garantiti. Ma, che si trovi o meno una soluzione alla questione, dietro restano sette anni e mezzo di divisioni tra Cisgiordania e Gaza, tra Fatah e Hamas, che il governo di unità nazionale non ha saputo ricucire.
A peggiorare la faida interna è il controllo dei tre valichi che dividono Gaza da Israele e Egitto. Dopo l’attacco israeliano contro la Striscia, la scorsa estate, l’Anp assunse la responsabilità di gestire le frontiere per rassicurare la comunità internazionale e permettere così un più veloce ingresso dei materiali da ricostruzione. Ad oggi niente è ancora entrato e Hamas e Fatah si accusano a vicenda: secondo Ramallah, il movimento islamista rifiuta di cedere il controllo dei valichi, secondo Hamas è l’Anp a non assumersi le proprie responsabilità ponendo come precondizione l’assenza nei confini di impiegati pubblici vicini al movimento islamista.
Così, mentre Hamas e Fatah si accusano a vicenda, nessuno pensa di alzare la voce contro l’occupazione israeliana, responsabile di un assedio lungo quasi otto anni e della chiusura quasi totale del valico di Erez (dedicato al passaggio di persone) e di quello di Kerem Shalom (per il passaggio di beni). Né di fare pressioni sul vicino Egitto che ha sbarrato da mesi il valico di Rafah, impedendo al popolo gazawi di entrare e uscire dalla Striscia. Nena News