Resta alta la tensione nel Paese, dove ieri un proiettile vagante ha ucciso un trentenne durante gli scontri tra manifestanti antigovernativi e polizia. Ad Agosto le presidenziali: si aspetta a giorni l’annuncio della candidatura del premier Erdogan
della redazione
Roma, 23 maggio 2014, Nena News – Sono proseguiti anche nella notte, con lanci di molotov e barricate, gli scontri scoppiati ieri a Istanbul tra manifestanti antigovernativi e polizia ha aperto il fuoco e ha colpito alla testa il trentenne Ugur Kurt. L’uomo, morto in ospedale per la ferita, non c’entrava nulla con la protesta nel quartiere di Okmeydani, ma stava partecipando a un funerale quando le forze dell’ordine hanno disperso i dimostranti con gas lacrimogeno, proiettili di gomma e sparando in aria. Altre dieci persone sono rimaste ferite. il viceministro Bulent Arinc ha assicurato che sarà aperta un’inchiesta sull’accaduto. Davanti all’ospedale in cui è deceduto Kurt si è radunata una folla di circa 400 persone, che ha scandito lo slogan “gli assassini di Stato hanno preso un’altra vita”.
In Turchia la tensione è alta con l’approssimarsi del primo anniversario delle proteste pacifiche contro la demolizione di Gezi park, in cui morirono otto persone, tra cui un adolescente e un agente. Il parco è salvo: il Consiglio di Stato ha di recente accolto il ricorso dei manifestanti e ha dichiarato illegale il progetto di pedonalizzazione di piazza Taksim, che prevedeva la costruzione di un centro commerciale al posto dello spazio verde. Ma la scintilla che ha innescato le proteste dell’anno scorso è stata riaccesa dalla recente strage nella miniera di Soma, in cui sono morti 301 minatori. Nell’ultima settimana la polizia ha represso con la forza le manifestazioni in diverse città turche per il disastro nell’impianto estrattivo.
Nell’ultimo anno il Paese è stato teatro di diverse proteste, scatenate dalla piega autoritaria presa dal governo del premier Recep Tayyip Erdogan, al centro di un grosso scandalo sulla corruzione. La stretta repressiva di Erdogan –divieti sui social media- e la sua minimizzazione dell’incidente di Soma, il peggiore nella storia moderna della Turchia, hanno esasperato gli animi mentre il Paese si avvia alle presidenziali di agosto. Nonostante gli scandali e il crescente autoritarismo di Erdogan, il suo partito, l’Akp (Partito della giustizia e dello sviluppo), ha conquistato le urne nelle amministrative del 30 marzo scorso, spianando la strada alla candidatura del primo ministro alle presidenziali. L’annuncio è atteso a breve. Nena News