Alla seconda offensiva in pochi giorni contro la capitale prendono parte Ahrar al-Sham e Jaysh al-Islam, leader del team di negoziatori in Svizzera. Dietro sta l’ex al-Nusra che riprende la strategia Isis a Baghdad. Raid Usa a Raqqa uccide 33 civili
di Chiara Cruciati
Roma, 22 marzo 2017, Nena News – All’alba di martedì un bombardamento aereo statunitense ha ucciso almeno 33 persone dopo aver colpito una scuola usata per accogliere sfollati a al-Mansoura, città occupata dallo Stato Islamico nella provincia di Raqqa. Lo riporta l’Osservatorio Siriano per i diritti umani, ong basata a Londra e parte del fronte anti-governativo.
“Possiamo confermare che le vittime sono 33, sfollati da Raqqa, Aleppo e Homs. Stanno ancora tirando fuori i corpi dalle macerie. Solo due sopravvissuti”, dice l’organizzazione. Conferma la dà il gruppo di attivisti siriani “Raqqa is being Slaughtered silently”, che aggiunge che la scuola era rifugio a 50 famiglie sfollate.
E mentre Raqqa resta il target ufficiale di tutte le parti in campo per la sua importanza strategica e simbolica, gli ultimi giorni hanno visto una ripresa delle attività militari della nuova federazione Hayat Tahrir al-Sham, sotto la guida del Fronte Fatah al-Sham, l’ex al-Nusra. Ieri i jihadisti hanno lanciato un’ampia offensiva contro la provincia di Hama, sotto controllo governativo, strappando a Damasco il controllo della città di Suran.
Come accaduto per Damasco lo scorso fine settimana, anche stavolta i qaedisti si sono fatti strada con i kamikaze contro i posti di blocco del governo. Ma nemmeno la capitale è al sicuro: dopo il durissimo assalto cominciato sabato con attacchi suicidi, tunnel e missili e il successivo intervento delle truppe di Damasco che lo hanno respinto, ieri la coalizione qaedista è tornata a prendere di mira Damasco.
L’ex al-Nusra è riuscita ad avanzare di nuovo nel quartiere di Jobar, nella zona industriale, e sta tentando di muoversi verso il centro. Anche stavolta la strada è stata aperta con due grandi esplosioni provocate da autobombe contro postazioni governative tra Jobar e Qaboun e con un fitto lancio di missili verso le aree centrali. Il governo sta rispondendo con raid aerei.
Ma la forza e l’intensità degli attacchi perpetrati dale fazioni guidate dall’ex al-Nusra e la facilità di manovra intorno alla capitale fanno temere un nuovo fronte di conflitto. La strategia qaedista appare molto simile a quella applicata dallo Stato Islamico sotto pressione in Iraq: con Mosul assediata e prossima alla caduta, cellule Isis si muovono nel resto del paese attaccando ripetutamente e violentemente Baghdad nell’obiettivo di far crollare ulteriormente la credibilità del governo, incapace di garantire la sicurezza.
Stesso obiettivo dell’ex al-Nusra che, consapevole di non poter occupare Damasco, indebolisce l’immagine di un governo che si è rafforzato nel corso dell’ultimo anno, che ha ripreso Aleppo e costretto gli islamisti a rifugiarsi ad Idlib, ora target sia dei raid russi che di quelli statunitensi.
Tra i gruppi che stanno partecipando accanto ad al Qaeda all’assalto della capitale, ci sono i salafiti Ahrar al-Sham e Jaysh al-Islam che però sono considerati dalla diplomazia mondiale rappresentativi del popolo siriano e dunque invitati ai tavoli del negoziato (Mohammed Alloush, leader di Jaysh al-Islam, è il capo negoziatore a Ginevra). Ieri Ahrar al-Sham ha pubblicato un video nel quale annunciava l’occupazione di una fabbrica tessile e mostrava i suoi miliziani distruggere immagini del presidente Assad.
La loro partecipazione all’assalto e il mantenimento dell’alleanza militare e ideologica con Fatah al-Sham – considerato gruppo terroristico a livello internazionale – dovrebbero sollevare dubbi sulla loro effettiva partecipazione, vista anche la rottura della tregua a cui hanno aderito a fine dicembre. Ma per ora non accade. Mentre Damasco era al centro del conflitto, l’inviato Onu per la Siria de Mistura annunciava per domani un nuovo round negoziale a Ginevra con la partecipazione di tutti i soggetti, governo e opposizioni. Nena News
Chiara Cruciati è su Twitter: @ChiaraCruciati