La protesta è la prima di una serie di iniziative decise in risposta alla decisione del governo Netanyahu di mettere fuori legge il ramo settentrionale del movimento islamico. Una decisione vista come un nuovo attacco a tutta la minoranza araba in Israele.
della redazione
Gerusalemme, 19 novembre 2015, Nena News - La minoranza palestinese di Israele – gli arabo israeliani – attua oggi uno sciopero generale contro la decisione del governo di mettere fuori legge il braccio settentrionale del Movimento islamico con l’accusa di incitamento alla violenza. Un provvedimento “antidemocratico e ingiustificato”, protestano i leader della comunità palestinese, peraltro firmato dal ministro della difesa Moshe Yaalon in accordo ai poteri che gli spettano per leggi di emergenza del 1948, vecchie ma mai decadute.
Secondo il provvedimento ogni organizzazione o singolo che fa capo al ramo settentrionale del movimento islamico o offre ad esso aiuto e sostegno commetterà un reato la cui pena potrebbe essere anche il carcere.
Lo sceicco Raed Salah, leader del movimento islamico, ha spiegato che la misura non servirà a cancellare la sua organizzazione che “continuerà ad esistere e ad aderire ai principi sui quali è stato formato. Farò ogni passo legittimo sia in Israele che in campo internazionale per annullare questo provvedimento illegittimo”. Il leader islamista sconterà, a partire dalla prossima settimana, una condanna a 11 mesi di carcere per istigazione alla violenza e al razzismo per un discorso pronunciato 8 anni fa. L’appello è stato respinto dalla Corte suprema israeliana lo scorso mese.
Secondo Taleb Abu Arab (Lista unita) la decisione di bandire il gruppo di Saleh è una “dichiarazione di guerra” contro il settore arabo della società israeliana di cui il governo israeliano dovrà assumersi le responsabilità. Il suo collega di partito, Ahmad Tibi, l’ha definita una “decisione politica”. Secondo il noto parlamentare arabo, infatti, l’esecutivo di Netanyahu ha trovato nel movimento islamico il capro espiatorio su cui addossare le colpe per il deterioramento della situazione della sicurezza nel Paese. Tel Aviv, secondo Tibi, starebbe sfruttando cinicamente gli attentati di venerdì a Parigi per compiere un duro giro di vite contro i palestinesi. Nena News
Sono oltre 70 le guerre islamiche nel mondo , non si dimentichi che l’egiziano arafat leader palestinese era un fratello musulmano , basta ipocrisia , lislam è anticostituzionale ! Anche l’Europa da anni chiude i centri pseudo culturali islamici estremisti ! ……ma esiste un Islam moderato ?
Crociate, caccia alle streghe, roghi di intellettuali, inquisizione, colonialismo, Shoah, uso di bombe atomiche, sostegno a dittature americane, sostegno a colpo di stato militare in Indonesia (massacrate oltre 1 milione persone), invasione e distruzione Afghanistan, Iraq, Siria, Somalia, Libano, chiusura frontiere con annegamento migliaia di persone, e ancora CIE, e bombardamenti sulla Libia, e carceri di Guantanamo e Abu Ghraib : crimini cristiani !!! E non contenti i governi USA sostengono le peggiori dittature sedicenti musulmane come quella Saudita e Turca, bombardando invece i curdi che si oppongono a Daesh.