Attese domani a Napoli le imbarcazioni della Freedom Flotilla diretta a Gaza. Due milioni di palestinesi sono soggetti a una punizione collettiva e a una crescente e spaventosa crisi umanitaria, scrive Ali Oraney
di Ali Oraney
Napoli, 10 luglio 2018, Nena News – Da mercoledì 11 luglio sono previste a Napoli una serie di iniziative a sostegno delle imbarcazioni della Freedom Flotilla attraccata al porto, la flotta promossa da un movimento internazionale (Freedom Flotilla Coalition, FFC) che dal 2008 organizza iniziative per portare aiuti alla popolazione palestinese della Striscia di Gaza oramai stremata da 11 anni di assedio e per sollevare l’attenzione dell’opinione pubblica e della comunità internazionale sulle condizioni di vita di circa 2 milioni di persone, di cui quasi la metà bambini, rinchiusi in un fazzoletto di terra di 363 km quadrati, oramai considerato la più grande prigione a cielo aperto della terra dalla quale è impossibile non solo uscire ma anche entrare.
L’iniziativa della Freedom Flotilla è molto importante e delicata, è come il lavoro del mare che ha bisogno di pazienza e resistenza e la magia del suo equipaggio sta nel fare durare il suo viaggio alla volta di Gaza il più possibile, per raccontare la storia dell’assedio in più porti possibili presentando la vera faccia dell’occupante suscitando ovunque così momenti riflessione sul comportamento brutale di Israele e contribuendo a creare un movimento di pressione sullo stato di Israele.
Per questo sicuramente Napoli, città aperta e solidale , farà una grande accoglienza all’equipaggio della Freedom Flotilla per incoraggiarlo e stimolarlo ad andare avanti
Quest’anno le imbarcazioni della Freedom Flotilla, salpate dalla Norvegia e dalla Svezia, dopo aver fatto tappa nel Mediterraneo a Cagliari ed Aiaccio, si fermeranno a Napoli dall’ 11 al 15 luglio, quindi andranno a Palermo e a Messina per poi rimettersi in mare alla volta di Gaza sperando di riuscire a rompere l’assedio e rifornire la stremata popolazione degli aiuti umanitari raccolti, ma per chi rompe o semplicemente cerca di rompere il blocco è previsto l’arresto e la detenzione nelle carceri israeliane se non viene sparato prima.
Ma ciò nonostante la Freedom Flotilla è più che mai determinata a cercare di forzare il blocco. Si tratta di un blocco illegale che sottopone 2 milioni di abitanti a una punizione collettiva ed una crescente e spaventosa crisi umanitaria. Infatti, il blocco totale (aereo marino e terrestre) imposto da Israele da 11 anni priva la popolazione civile di Gaza della quasi totalità dei beni di prima necessità ma anche di materiali da costruzione, di farmaci e presidi sanitari mentre l’acqua e l’energia elettrica vengono razionate per poche ore al giorno. L’ economia è oramai al collasso con un tasso di disoccupazione che supera il 50% e secondo un rapporto delle Nazioni Unite (UNSCO 2017) la Striscia di Gaza rischia di divenire invivibile entro il 2020 se non si pone fine all’assedio.
Con le tappe nel Mediterraneo e negli altri porti la Freedom Flotilla vuole accendere i riflettori non solo su un assedio che dura da 11 anni a danno della popolazione civile di Gaza in violazione delle norme del diritto internazionale ma più in generale sulla lotta del popolo palestinese contro l’occupazione israeliana. Sono 70 anni che il popolo palestinese lotta contro l’occupazione della sua terra e per la sua libertà nonostante la violenta repressione israeliana con morti e feriti, arresti indiscriminati anche di donne e bambini, con quotidiane distruzioni rapine e limitazioni alla libertà di movimento. Sono 70 anni che il popolo palestinese lotta contro la politica di occupazione israeliana nonostante sia sempre più sostenuta dagli Stati Uniti che hanno riconosciuto Gerusalemme capitale d’Israele e il 14 maggio vi hanno trasferito la propria ambasciata. Ma nonostante tutto questo il popolo palestinese non rinuncia ai suoi diritti, non rinuncia al diritto al ritorno dai quei territori dai quali fu cacciato 70 anni fa.
Infatti, il popolo palestinese oggi è più che mai determinato a portare avanti la sua lotta come lo testimoniano le tante manifestazioni in Cisgiordania di questi giorni (a Ramallah, Nablus…..) e le marce di ritorno che dal 30 marzo ogni venerdì vengono organizzate a Gaza nonostante oltre 137 morti e 15.800 feriti
Nel caso specifico di Gaza non si può accettare l’obiezione sollevata da alcuni in base alla quale non si possa parlare di assedio dal momento che Israele si sarebbe ritirata da Gaza dal 2005 in quanto si può parlare di occupazione anche senza la presenza militare se c’è un controllo reale del territorio ed Israele controlla il mare, la terra, lo spazio aereo, insomma tutti i punti di passaggio da e per Gaza. Quindi, anche nei confronti di Gaza, Israele si configura come potenza occupante e come tale ha, in base al diritto internazionale, dei precisi obblighi nei confronti della popolazione a cui dovrebbe garantire i mezzi necessari per vivere e non colpire i civili. Israele non rispettando questi obblighi ed impedendo a chiunque di portare aiuti alla popolazione si macchia così di un doppio crimine.
Tutto ciò costituirà materia di riflessione nelle tante iniziative organizzate dal Comitato di Accoglienza alla Freedom Flotilla di Napoli , fra queste mercoledì 11 la conferenza stampa di presentazione presso la Biblioteca Autogestita Gramasci Dax della facoltà di Lettere e Filosofia in Via Porta di Massa (ore 11,00) e l’accoglienza al porto della Freedom Flotilla con la cittadinanza ed artisti di strada (ore 18,30); giovedì 12 dalle 19,00 nello splendido scenario offerto dal Castello del Maschio Angioino “Gli Artisti Napoletani a sostegno della Palestina” daranno vita ad un concerto con l’esibizione appunto di artisti e gruppi tra i più noti nel panorama musicale partenopeo; venerdì 13 sarà organizzata una cena sociale presso la mensa Occupata di via Mezzocannone , mentre l’intera giornata di sabato 14 sarà destinata ad una assemblea nazionale organizzata presso il complesso di Santa Fede Liberata in Via S. Giovanni Maggiore Pignatelli a sostegno della resistenza palestinese.
Gli organizzatori si augurano che a questa assemblea ci sia una grande partecipazione di associazioni, comitati, attivisti ma anche di semplici cittadini, tutti indignati per comportamento criminale di Israele che da 11 anni ha imposto un blocco disumano, economicamente e socialmente paralizzante a 2 milioni di persone, che occupa i territori palestinesi negando al popolo palestinese i suoi più elementari diritti e libertà. L’obiettivo di questa assemblea nazionale è di parlare di Palestina nella speranza di creare una rete a livello nazionale capace di esprimere una solidarietà solo annunciata ma anche soprattutto praticata, che faccia sentire la sua voce per porre fine all’assedio di Gaza e che sostenga concretamente il popolo palestinese nella sua lotta per la libertà.