Il testo di Ilan Pappe è imperdibile, una lettura fondamentale per ricostruire e capire la “Catastrofe” palestinese
di Cristina Micalusi
Roma, 17 maggio 2014, Nena News – Proporre in questi giorni “La Pulizia Etnica della Palestina” di Ilan Pappe non è soltanto un modo per ricordare un evento storico del popolo palestinese, è soprattutto un dovere morale di raccontare il reato politico più grande della storia contemporanea, che ancora il popolo palestinese sta soffrendo. E il racconto viene da fatto da uno degli storici israeliani più anticonformista, qual’è Ilan Pappe; che conduce una battaglia contro l’establishment politico e accademico di Israel
Egli comincia a ricostruire il quadro storico della narrazione ufficiale israeliana e confutare gran parte degli storici israeliani secondo cui la gran parte del popolo palestinese lasciò “volontariamente” la propria terra per dare via libera agli eserciti arabi invasori che puntavano a distruggere il neonato Stato ebraico.Questa versione comincia a vacillare a partire dagli anni ’70, quando storici palestinesi, in particolare Walid Khalidi fanno un lavoro di raccolta di memorie e documenti autentici su ciò che veramente era accaduto al loro popolo. Essi furono in grado di ricostruire gran parte dello scenario che Israele aveva cancellato.
Poi negli anni ’80 ci sarà il tentativo di imprimere una svolta alla lotta per la memoria della Palestina da parte di un gruppo di studiosi israeliani, di cui farà parte Pappe.
Egli in questo libro ci mostra come, durante quel periodo di studio, non si era concentrato sulla complessità del problema non avendo lavorato abbastanza contro la negazione della Nakba. Così questo testo risulta un vero e proprio mea culpa dell’autore. In esso c’è tutta la consapevolezza di essersi soffermato sui particolari e non su quanto fosse falsa e assurda la teoria israeliana che i palestinesi se ne fossero andati “volontariamente”. Grazie anche al supporto degli archivi militari che hanno confermato casi di espulsioni di massa da villaggi e città, come anche il gran numero di atrocità e massacri.
Inoltre, Pappe riesce qui a dimostrare la tesi secondo cui lo stato d’Israele viene concepito prima del 1948, quando gli Inglesi erano ancora responsabili dell’ordine nel paese. Prima di quel 15 maggio truppe ebraiche erano già riuscite ad espellere 250.000 palestinesi. Non sostenendo una guerra alla pari ma adottando una vera e propria pulizia etnica, contro un popolo inerme e indifeso.
Quello di Ilan Pappe è un J’accuse gridato a gran voce contro i politici di ieri e di oggi, sapendo di far parte di quella società che è condannata in questo libro. Il fine dell’autore è evitare che i crimini commessi da Israele siano attribuiti a fattori esterni come “le circostanze” “gli eserciti” e simili vaghe colpe che permettono a stati sovrani o ad individui di sfuggire la giustizia. Ecco perché la nascita del suo stato deve essere ricordata come la pulizia etnica della Palestina, la loro catastrofe.
Ilan Pappe nasce ad Haifa nel 1954 da genitori ebrei sfuggiti alla persecuzione nazista, si è laureato alla Hebrew University e ha svolto il dottorato di ricerca all’Università di Oxford. Nel 2005 ha sostenuto il boicottaggio di Israele, incluso quello accademico. Si è trasferito all’università di Exeter ( Gran Bretagna) dopo aver per anni insegnato ad Haifa.
Titolo: La pulizia etnica della Palestina
Titolo originale: The Ethnic Cleasing of Palestine
Autore: Ilan Pappe
Editore: Fazi
Anno: 2006
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