Domenica, in una votazione dai risultati contraddittori, è stato eletto Primo Ministro il quarantaduenne uomo d’affari Ahmed Omar Maiteeq. A lui ora spetta l’arduo compito di dirigere un Paese diviso e lacerato dove a dominare sono i gruppi armati.
della redazione
Roma, 6 maggio 2014, Nena News - L’uomo d’affari Ahmed Maiteeq è il nuovo Primo Ministro libico. Molti dubbi però sorgono circa la regolarità della sua elezione avvenuta domenica. Se da un lato il secondo vice Presidente del Parlamento, Saleh Makhzoun, ha sostenuto la regolarità della sua votazione, di diverso avviso è il primo vice Presidente del Parlamento, Ezzedin al-Awami.
Secondo al-Awami Maiteeq non è riuscito a ottenere il quorum di 120 voti necessario per poter essere eletto Premier e, pertanto, ha giudicato il voto non valido. Al-Awami ha chiesto ad Abdullah al-Thinni, dimessosi tre settimane fa dalla carica di Primo Ministro, di continuare a guidare il Paese.
Dopo l’acceso e duro scontro tra le forze politiche parlamentari, alla fine però a prevalere è stato il quarantaduenne Maiteeq. In una nota firmata dal Presidente del Parlamento, Nouri Abu Sahmein, infatti, si legge che “Ahmed Omar Maiteeq è stato eletto capo del governo transitorio. A lui spetta ora il compito di formare un nuovo governo che sarà presentato tra 15 giorni al Congresso Nazionale Generale [l’attuale Parlamento libico, ndr] per ottenere la fiducia”.
La caotica elezione di Maiteeq è lo specchio della Libia attuale che, a tre anni dalla caduta di Gheddafi, non riesce ad uscire dalla profonda crisi politica e istituzionale in cui si trova. Il governo e il Parlamento non hanno alcuna autorità in un Paese dove a dominare sono i gruppi armati che nel 2011 avevano “liberato” la Libia dal dittatore libico, ma che ora quotidianamente minacciano l’autorità del governo centrale.
Maiteeq succede ad al-Thinni il cui governo è durato appena un mese. Al-Thinni si era infatti dimesso dopo che uomini armati avevano attaccato la sua famiglia. L’elezione del Premier sarebbe dovuta avvenire mercoledì ma è stata posticipata perché un gruppo armato, vicino ad uno dei candidati sconfitti, aveva fatto irruzione nel Parlamento ferendo alcune persone.
Compito duro e pericoloso aspetta ora a Maiteeq. Lo sanno bene coloro che lo hanno preceduto. Se al-Thinni ha rassegnato le dimissioni subito, destino meno felice era capitato al suo predecessore, Ali Zeidan. Zeidan, infatti, era stato dapprima rapito da un milizia armata lo scorso anno. E poi, qualche mese fa, è stato costretto a lasciare il Paese dopo essere stato sfiduciato dai parlamentari in seguito alla “cattiva gestione” della nave Morning Glory. Zeidan, secondo i suoi detrattori, si era dimostrato troppo debole nei confronti dei gruppi ribelli della regione orientale della Cirenaica i quali erano riusciti a vendere petrolio in modo indipendente da Tripoli. Nena News