La decisione di lunedì della nota compagnia Ben & Jerry di sospendere le vendite dei gelati nei Territori Occupati palestinesi ha mandato su tutte le furie gran parte del mondo politico israeliano che parla di “resa all’antisemitismo”. Gli attivisti palestinesi: “La loro rabbia mostra come per loro non ci sia alcuna differenza tra i Territori e Israele”
della redazione
Roma, 21 luglio 2021, Nena News – Schiuma di rabbia gran parte del mondo politico israeliano dopo la decisione della nota compagnia Ben & Jerry di sospendere la vendita di gelati nei Territori Occupati palestinesi. Se l’ex premier Netanyahu ha invitato su Twitter al boicottaggio dell’azienda statunitense (“Ora noi israeliani sappiano quale gelato NON comprare” ha cinguettato), non meno duro è stato il commento del ministro degli Esteri Lapid che ha parlato di “resa vergognosa all’antisemitismo”.
Il premier Bennet, invece, l’ha definita una scelta “moralmente sbagliata”. Lunedì il primo ministro si era lamentato della decisione di Ben & Jerry con la Unilever, la multinazionale di stanza a Londra che ha acquistato la Ben & Jerry nel 2000, minacciando “severe conseguenze”.
Ma commenti al vetriolo sono arrivati anche dagli Stati Uniti dove la lobby americana pro-israeliana AIPAC ha parlato di mossa “discriminatoria”. Secondo l’organizzazione filo-israeliana Anti-Defamation League (Adl), invece, questa scelta “alimenta una pericolosa campagna che prova a minare Israele”. Il riferimento a quale campagna è chiarissimo: sul banco degli imputati per Adl c’è il movimento Bds che, nato all’interno della società civile palestinese, chiede il boicottaggio, i disinvestimenti e le sanzioni contro lo stato ebraico.
Già l’anno scorso l’Adl aveva affermato che il sostegno per un unico stato con diritti uguali per tutti i cittadini in Israele e nei Territori palestinesi era “antisemita”. Tuttavia, il diritto internazionale parla chiaro: i territori di Gerusalemme est, Cisgiordania e della Striscia di Gaza sono palestinesi e sono occupati da Israele dal 1967. Pertanto la presenza in quelle terre di soldati, colonie e avamposti israeliani è illegale.
Contro il movimento Bds si era scagliato due giorni il ministro degli esteri israeliano Lapid quando ha esortato gli stati Usa a promulgare leggi che penalizzino duramente compagnie che boicottano Israele: “Più di 30 stati negli Stati Uniti hanno approvato leggi anti-Bds negli ultimi anni – ha scritto Lapid su Twitter – chiedo a ciascuno di loro di rafforzare queste leggi contro la Ben & Jerry. Non tratteranno Israele in questo modo senza ricevere risposte”.
Di tutt’altro umore sono invece i palestinesi che festeggiano la decisione dell’azienda di gelati. Per Tel Aviv, ha osservato Jinan Deena del Comitato anti-discriminatorio arabo americano, “non c’è distinzione tra i Territori (palestinesi) e Israele”. “Israele – ha aggiunto – continua a controllare tutti i confini persino in aree sotto il controllo dell’Autorità palestinese. Il fatto che alcuni leader israeliani siano furiosi con questa decisione è comico”.
La Ben & Jerry aveva annunciato la sua decisione di sospendere le sue vendite nei Territori Occupati con un comunicato in cui aveva detto che operare in quell’area “non è coerente” con i suoi “valori”. La compagnia di stanza nel Vermont (Usa) sostiene molte cause di giustizia sociale: tra queste il movimento Black Lives Matter e le questioni di genere.