Di Maio è andato a Tirana per rimarcare il sostegno dell’Italia all’ingresso dell’Albania in Europa congelato dal presidente francese Macron. Sullo sfondo gli interessi delle imprese italiane.
di Marco Siragusa
Roma, 14 dicembre 2019, Nena News – Mercoledì scorso il ministro degli esteri Luigi Di Maio si è recato a Tirana per incontrare il premier albanese Edi Rama. I temi trattati nel colloquio hanno riguardato l’aiuto offerto dal nostro paese dopo il terremoto che ha colpito l’Albania a fine novembre e, soprattutto, il sostegno all’avvio delle negoziazioni per l’adesione all’UE.
A fine novembre l’Albania è stata scossa da un gravissimo terremoto che ha provocato 51 morti e oltre 13 mila sfollati. Nelle ore successive al sisma, l’Italia ha inviato circa 180 uomini e donne della Protezione civile e alcuni mezzi per affrontare l’emergenza. Di Maio ha approfittato della sua prima visita a Tirana per andare al campo allestito dalla Protezione civile italiana a Vora, 20 km a sud della capitale, dove sono ospitate circa 300 persone. L’impegno italiano è stato fortemente apprezzato da Rama che nella conferenza stampa congiunta ha ringraziato il nostro paese per “l’aiuto e la solidarietà mostrata in un momento così difficile”. Da parte sua, il capo politico del Movimento 5 Stelle ha sottolineato la necessità di un maggior impegno da parte dell’Ue, che ad oggi ha donato tramite la Commissione circa 15 milioni di euro, impegnandosi a contribuire all’organizzazione di una Conferenza dei donatori da svolgere proprio a Tirana.
La visita aveva in realtà un obiettivo politico ben preciso: quello di rimarcare il sostegno italiano al processo di integrazione europea dell’Albania. Appena due giorni prima il primo ministro Giuseppe Conte si era recato nella capitale albanese per incontrare Rama e il presidente della Repubblica Ilir Meta. In quell’occasione Conte aveva ribadito gli sforzi italiani in seno al Consiglio Europeo sostenendo che “l’Europa non sarà realmente unita senza l’ingresso dei paesi dei Balcani”. Due settimane dopo, il 31 ottobre, Rama aveva ricambiato il favore e si era giunto in visita ufficiale a Roma dove aveva avuto modo di affermare che i rapporti tra Italia e Albania rappresentano “un esempio di eccellente integrazione” e che lo stop ai negoziati di adesione è un errore che “dimostra debolezza e impotenza nel mantenere le promesse” da parte dell’Unione.
A distanza di due mesi è toccato a Di Maio confermare la netta presa di posizione italiana contro la decisione francese, considerata “una battuta d’arresto inaccettabile”. Durante la conferenza stampa Rama ha ricordato il decennale partenariato strategico che lega i due paesi che ha permesso all’Italia di essere oggi il principale partner economico e commerciale per Tirana. Nel 2018, il valore delle esportazioni verso l’Italia è stato pari a circa 1,4 miliardi di dollari (48,2% del totale delle esportazioni albanesi) mentre le importazioni hanno superato di poco la cifra di 1,1 miliardi (27,3% del totale). A questi dati va aggiunta la presenza di oltre duemila imprese italiane presenti in territorio albanese e gli accordi strategici per la costruzione del controverso Trans Adriatic Pipeline (TAP).
Alla luce di questi dati e del lungo rapporto di amicizia, appare quindi evidente l’interesse del nostro governo nel favorire l’integrazione europea dell’Albania. L’obiettivo non è, però, solo quello di supportare un importante partner economico e commerciale ma anche quello di limitare il decisionismo, controproducente in tema di allargamento, del governo francese con cui negli ultimi mesi il M5S ha avuto più di uno scontro.
Nel colloquio sono stati trattati anche temi riguardanti la riforma della giustizia albanese e la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata. Anche in questo caso, dietro l’apprezzamento per le misure prese e in fase di approvazione da parte del governo albanese, si cela l’interesse delle aziende italiane di veder garantite una maggiore trasparenza e ulteriori opportunità di investimento nel settore pubblico albanese, ancora in gran parte precluso alle imprese straniere. Nena News
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