Grande attesa ed emozione nella comunità cristiana palestinese per l’arrivo del Pontefice ma non tutti avranno la possibilità di vederlo, un’impresa difficile soprattutto per i palestinesi della Striscia di Gaza.
testo e foto di Rosa Schiano
Betlemme, 25 maggio 2014, Nena News – Dopo la tappa giordania, Papa Francesco oggi è a Betlemme. Un arrivo che ha suscitato grande attesa ed emozione nella comunità cristiana palestinese della Cisgiordania e di Gaza, ma non tutti avranno la possibilità di vederlo, un’impresa difficile soprattutto per i palestinesi della Striscia. Il governo israeliano avrebbe rilasciato permessi ai membri della comunità cristiana della Striscia di Gaza per attraversare il valico di Erez e assistere alla celebrazione che il Papa terrà nella Piazza della Mangiatoia a Betlemme in Cisgiordania. Sarebbero circa 650 le autorizzazioni rilasciate, tuttavia per molti cristiani questo viaggio rimarrà solo un miraggio.
La comunità cristiana palestinese della Striscia di Gaza non è esente dalle restrizioni israeliane alla libertà di movimento. Il permesso per viaggiare attraverso il valico di Erez viene spesso negato dalle autorità israeliane. Questo succede anche in occasione delle festività religiose, incluso il Natale, quando raggiungere Betlemme resta per molti un sogno difficilmente realizzabile. Pochi i chilometri da percorrere dalla Striscia di Gaza per raggiungere il resto dei territori palestinesi occupati, eppure le restrizioni imposte dal governo israeliano rendono quasi impossibile spostarsi all’interno dello stesso territorio. Sono circa 1800 i palestinesi della comunità cristiana della Striscia di Gaza, la maggior parte dei quali greci ortodossi. Un numero che si va riducendo sempre di più con la progressiva emigrazione causata dalle ardue condizioni di vita imposte dall’assedio israeliano.
Ma, se da un lato è vero che sono stati rilasciati permessi ai cristiani per l’attraversamento del valico di Erez, da un altro lato va precisato che le autorità israeliane non hanno concesso autorizzazioni a nuclei familiari interi. Si verificano quindi situazioni in cui il permesso viene rilasciato ai bambini ma non ai genitori e viceversa, o a persone che non possono o non se la sentono di viaggiare da sole. Così, è probabile che molti rinuncino a raggiungere Betlemme.
Va anche precisato che i permessi non sono rilasciati alle persone di età compresa tra i 16 e i 35 anni: i giovani sono quindi esclusi. Fra questi, anche i due giovani sposi che, secondo il programma, avrebbero dovuto partecipare al pranzo delle famiglie palestinesi con il Papa previsto a Betlemme dopo la santa messa. I due giovani sposi infatti hanno entrambi meno di 35 anni.
”In questi giorni cresce l’amarezza e la delusione nei cuori dei cristiani perché non riusciranno a vedere e nemmeno a pregare insieme al loro amatissimo Papa”, ha scritto sul suo blog Abuna Mario Cornioli, sacerdote toscano in servizio al Patriarcato Latino di Gerusalemme. Una delusione avvertita anche a Gerusalemme dove “nella giornata di lunedì 26 è stato proclamato il coprifuoco e quindi nessuno potrà far festa al Papa che entrerà nella citta vecchia”. Una “sicurezza nel cui nome tutto viene giustificato. Quella “sicurezza” che oramai è diventato l’unico dio al quale sacrificare tutto e di cui la nostra piccolo comunità ne farà nuovamente le spese.”
Fedeli cristiani di Gerusalemme si sono lamentati di queste misure di sicurezza e dell’imposizione del coprifuoco nelle strade incluso nel quartiere cristiano durante la visita, un coprifuoco che viene considerato come un altro tentativo da parte dell’occupazione israeliana di negare la loro esistenza. Il Papa attraverserà il quartirere senza poter vedere i fedeli, i cristiani di Gerusalemme si vedono quindi esclusi dall’evento religioso.
La visita di Papa Francesco arriva infatti in un momento di tensione. Recentemente si sono verificati atti di violenza da parte di estremisti ebrei contro luoghi cristiani e musulmani, violenze condannate anche dal patriarca latino di Gerusalemme. Difficile quindi la vita di fronte ad una aggressione che vorrebbe quasi estirpare le radici storiche del cristianesimo, impadronendosi dei principali luoghi religiosi, così come sta avvenendo con la Spianata delle moschee.
L’emigrazione dei cristiani, in corso da decenni, si sarebbe acuita negli ultimi anni, anche a Betlemme. La vita per gli arabi cristiani locali è difficile, vivendo sotto la minaccia dell’occupazione, degli insediamenti coloniali illegali, della mancanza di lavoro, delle restrizioni alla libertà di movimento, mentre l’emigrazione degli ebrei è aumentata, grazie alle politiche colonialiste israeliane.
Coloro che sono vittime assolute di discriminazioni religiose e restrizioni continuano inoltre a essere i musulmani della Striscia di Gaza. A essi Israele nega categoricamente l’accesso ai luoghi sacri islamici nella Cisgiordania, compreso a est di Gerusalemme. Molti sognano di raggiungere la moschea Al Aqsa che si trova proprio nella parte orientale di Gerusalemme, il terzo luogo più sacro al mondo per i musulmani. Il 7 agosto 2012, la Corte Suprema Israeliana confermò una sentenza della Corte Distrettuale che approvava la linea politica che permette ai Cristiani di Gaza di accedere ai luoghi sacri in Israele e Cisgiordania durante le festività religiose, ma nega completamente un simile accesso ai palestinesi musulmani della Striscia di Gaza. Quindi mentre ad alcuni cristiani viene dato il permesso di visitare i luoghi di culto, ai musulmani questo diritto è completamente negato, essendo applicata una discriminazione su base religiosa. Queste forme di discriminazione costituiscono una violazione della “Dichiarazione sull’eliminazione di tutte le forme d’intolleranza e di discriminazione fondate sulla religione o il credo”dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, nonché della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
A Gaza, i cristiani che non hanno avuto i permessi per viaggiare aspettano un giorno di poterlo fare e, perché no, di poter presto invitare Papa Francesco in questa piccola “periferia” isolata della Terra Santa. Nena News