Lo riferisce il ministero della salute. Allarme soprattutto per il vaccino di immunizzazione contro il morbillo, la parotite e la rosolia (MMR), oltre che del vaccino anti-polio.
testo e foto di Rosa Schiano
Roma, 15 maggio 2014, Nena News – Il Ministero della Salute della Striscia di Gaza ha lanciato lunedì un allarme su una nuova emergenza dovuta alla mancanza di vaccini per i bambini palestinesi. Secondo il Ministero, le scorte di vaccini stanno infatti per terminare, ciò potrebbe portare a “conseguenze catastrofiche” per la Striscia di Gaza assediata. Il Ministro si è appellato all’ Organizzazione Mondiale della Salute e all’ Unicef (Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanza) affinché “facciano tutto il possibile per affrontare la mancanza di vaccini per i bambini di Gaza prima che si arrivi ad una crisi”.
Si ha soprattutto necessità del vaccino di immunizzazione contro il morbillo, la parotite e la rosolia (MMR), oltre che del vaccino anti-polio.
Ashraf Al-Qedra, portavoce del Ministro della Salute, afferma sulla sua pagina facebook che i rifornimenti di vaccini sarebbero ancora trattenuti dalle autorità israeliane a causa di complicate procedure per il trasporto. Al-Qedra ha voluto però anche rassicurare i cittadini palestinesi comunicando che il Ministero sta lavorando per risolvere la crisi e che alcuni centri di assistenza sanitaria dispongono ancora di alcuni vaccini.
Nei mesi scorsi, una vasta campagna di vaccinazione anti-polio era stata lanciata dalle Nazioni Unite in tutto il Medio Oriente, dopo la rilevazione di poliomielite in Siria nel mese di ottobre. Nel mese di dicembre, l’Unicef aveva comunicato di voler contribuire alla vaccinazione anti-polio di circa 630.000 bambini fino ai 5 anni di età: la campagna, lanciata in Cisgiordania e Gaza, era parte della vaccinazione su vasta scala in sette paesi nel Medio Oriente, e sarebbe durata sei mesi.
Tel Aviv continua a mantenere la Striscia di Gaza sotto un rigido assedio da sette anni, lasciando aperto un solo valico commerciale, il valico di Karm Abu Salem (Kerem Shalom), imponendo un totale controllo sulle importazioni, insufficienti ai bisogni di 1.8 milioni di persone, e quasi totalmente impedendo le esportazioni. Una chiusura che colpisce anche il sistema sanitario, rendendo non disponibili molti servizi e trattamenti medici, per esempio nel settore oncologico. Inoltre, le procedure per ottenere permessi per essere ricoverati in ospedali a Gerusalemme o in paesi esteri sono complicate. Israele permette infatti solo a poche categorie di palestinesi di attraversare il valico di Erez, ad alcuni viene negato il passaggio “per ragioni di sicurezza”. A volte i permessi per attraversare il valico vengono rimandati e dati con ritardo. Questo può ridurre la prospettiva di vita dei malati o portare addirittura al decesso. Chi vuole attraversare il valico viene spesso sottoposto ad interrogatori, o può addirittura essere arrestato.
Il ritardo nel rifornimento di vaccini è forse dovuto a motivi di “sicurezza”? A Gaza, anche per i più piccoli, il diritto alla salute attende l’apertura dei confini. Nena News