All’orizzonte si intravede una escalation dell’operazione israeliana “Margine Protettivo” mentre nella capitale egiziana i negoziati procedono verso il fallimento. Musa Abu Marzouq, uno dei leader di Hamas, avverte che non ci saranno altre tregue
La giornata di ieri, lunedì 11 agosto
della redazione
Gerusalemme, 12 agosto 2014, Nena News – Restano molto distanti le posizioni di Israele e quelle di Hamas ai negoziati indiretti in corso al Cairo. Il fallimento delle trattative è sempre più probabile, lo dimostra anche la decisione del premier Netanyahu di annullare oggi la prevista riunione del Gabinetto di sicurezza a Gerusalemme. Il cessate il fuoco in corso tra le parti scade mercoledì alle 24 e la prospettiva più realistica al momento è la ripresa degli scontri armati e dell’offensiva “Margine Protettivo”, in una forma persino più devastate di quella vista a luglio che ha provocato quasi 2000 morti palestinesi.
Il portavoce di Hamas, Musa Abu Marzouq oggi ha avvertito che la tregua con Israele nella Striscia di Gaza è l’ultima. “Siamo davanti a una trattativa difficile”, ha spiegato, “La prima tregua è finita senza un risultato accettabile (al tavolo del negoziato). Questa è la seconda e ultima tregua. La serietà in questo momento è decisiva. La nostra delegazione intende raggiungere ciò che il popolo palestinese vuole ci chiede”.
Da quanto si apprende dai giornali palestinesi e israeliani, il governo Netanyahu continua a condizionare la revoca del blocco di Gaza che attua dal 2007 al disarmo di Hamas e degli altri gruppi della resistenza a Gaza. La delegazione palestinese chiede il via libera alla costruzione di un porto marittimo e di un aeroporto ma Israele la esclude sino a quando l’Autorità Nazionale del presidente Abu Mazen non riprenderà il pieno controllo di Gaza. L’Egitto da parte sua ha comunicato che comincerà i colloqui sul futuro del valico di Rafah con Gaza soltanto se la tregua sarà consolidata. E’ un imbuto diplomatico che rischia di sfociare in un nuovo massiccio confronto militare.
Intanto Israele denuncia la composizione della Commissione d’inchiesta incaricata dalle Nazioni Unite di indagare sui crimini di guerra compiuti a Gaza. Tel Aviv contesta la nomina a presidente della commissione di William Schabas, un docente di Diritto Internazionale che insegna a Londra, che considera “ostile”. Si annuncia un nuovo boicottaggio dell’inchiesta dell’Onu, come avvenne nel 2009 quando fu chiamato ad indagare il giudice sudafricano Richard Goldstone dopo l’operazione israeliana “Piombo fuso” in cui morirono 1.440 palestinesi di Gaza e 13 israeliani. Nena News
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