Il Cairo afferma che “tutto è sotto controllo” ma l’aviazione egiziana è tornata in azione anche oggi contro i miliziani dell’Isis che ieri hanno lanciato un’offensiva massiccia contro l’esercito.
della redazione
Roma, 2 luglio 2015, Nena News – La situazione è al “cento per cento sotto controllo”, hanno rassicurato le Forze armate egiziane ieri sera, alla fine di una giornata di sangue nel Sinai, che ha scatenato una battaglia. I raid dell’aviazione egiziana sono proseguiti anche nelle prime ore di stamattina. Il bilancio ufficiale è di circa cento morti tra i jihadisti e 17 tra militati e poliziotti, secondo la stampa egiziana, ma fonti mediche locali parlano di un numero più alto di vittime tra i soldati, forse più di 70. Non è chiaro, invece, quante siano le vittime tra la popolazione civile. Le operazioni, hanno detto le Forze armate, proseguiranno “fino alla totale eliminazione delle cellule terroristiche presenti nella Penisola”.
Allerta nella Striscia di Gaza e in Israele, con il rafforzamento delle misure di sicurezza e lo schieramento di ulteriori unità militari ai confini con l’Egitto, dopo che in un messaggio video lanciato su internet, l’Isis ha sfidato Hamas e lo Stato ebraico. “Sradicheremo lo Stato degli ebrei”, ha detto un uomo mascherato nel video ripreso dalla stampa israeliana, mentre il movimento islamico che controlla l’enclave palestinese da otto anni è stato definito “debole” per non avere applicato la sharia a Gaza.
Dalle sette del mattino di ieri i miliziani del gruppo prima chiamato Bayt al-Maqqdis, affiliato all’Isis dallo scorso novembre, hanno attaccato simultaneamente, con autobombe e armi pesanti, almeno undici check point e stazioni di polizia a Sheikh Zuweid, dove un commissariato è stato assediato per ore, ad Arish e a Rafah. Le Forze armate del Cairo hanno risposto bombardando con F-16 ed elicotteri Apache diverse postazioni, oltre contrattaccando sul terreno.
Una giornata di sangue due giorni prima del secondo anniversario del golpe militare che ha cacciato dal potere l’ex presidente Mohammed Morsi, esponente dei Fratelli Musulmani. Lunedì scorso, inoltre, al Cairo è stato assassinato con un’autobomba il procuratore generale egiziano Hisham Barakat. L’uomo che nei tribunali ha usato il pugno di ferro con la Fratellanza, mandando nel braccio della morte centinaia di esponenti e sostenitori del movimento messo fuorilegge nell’estate del 2013. Secondo alcuni analisti, anche dietro questo attentato ci sarebbero i jihadisti del Sinai. La penisola è terreno di battaglia dallo scorso ottobre, con attacchi e scontri a fuoco che hanno fatto almeno seicento morti tra militari e poliziotti.
Dopo alcune ore dall’offensiva jihadista, il gabinetto ha approvato una serie di emendamenti alle leggi antiterrorismo, annunciati dal presidente al Sisi all’indomani dell’omicidio di Barakat, che adesso devono essere approvati in via definitiva e rafforzano le normitive esistenti. Sempre ieri, in un blitz della polizia in un appartamento del Cairo sono stati uccisi nove membri dei Fratelli Musulmani, tra cui l’ex deputato Nasr al-Hafi. Nena News
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