Sterminata la famiglia gazawi al-Hatab (7 bambini morti) dall’aviazione israeliana nella notte. L’unico sopravvissuto è un neonato di 7 mesi: la madre si è offerta come scudo umano pur di salvarlo. Ieri 11 palestinesi sono stati uccisi in Cisgiordania. Un libanese, invece, è stato ucciso dall’esercito israeliano nelle proteste in solidarietà con il popolo palestinese che hanno avuto luogo al confine tra Israele e Libano. Scene simili si sono viste al confine giordano
AGGIORNAMENTI:
ore 20.30 – Sale a 145 il numero di uccisi a Gaza. Proteste in tutta Europa e nel mondo arabo.
Sale ancora il bilancio di palestinesi uccisi dall’aviazione israeliana nella Striscia di Gaza: in serata il ministero della Salute ha parlato di 145 morti. Intanto si registra una fuga di famiglie dalle case vicino al confine nord con Israele: “Sempre più persone stanno evacuando le loro case, specialmente chi vive vicino al confine – racconta da Gaza il giornalista di Al Jazeera Sawfat Kahlout – dopo che due edifici residenziali sono stati evacuati e bombardati. Questo contraddice la narrativa israeliana secondo cui tutti i bombardamenti prendono di mira le infrastrutture di Hamas”. Che, da parte sua, continua con il lancio di razzi verso Israele: da lunedì scorso ne sarebbero stati lanciati circa 2.300.
Intanto in tutta Europa si stanno svolgendo manifestazioni in solidarietà con la Palestina. Decine di migliaia le persone in piazza in Italia, da Roma a Napoli, da Palermo a Salerno, da Firenze a Bologna. Proteste anche in Francia, con molte tensioni dopo il divieto del ministero degli interni allo svolgimento di cortei, e poi in Germania, Svizzera, Gran Bretagna. Manifestazioni anche a Baghdad, in piazza Tahrir, e in Libano (con centinaia di persone che di nuovo hanno raggiunto il confine sud con Israele) e in Qatar.
Ieri il presidente Usa Joe Biden ha parlato al telefono sia con il presidente palestinese Abu Mazen che con il premier israeliano Netanyahu. Il secondo lo avrebbe “rassicurato” affermando che l’aviazione cerca di evitare vittime civili, dichiarazioni smentite dai numeri e le notizie che giungono da Gaza.
ore 14.45 – Nuovi scontri nella notte tra palestinesi con cittadinanza israeliana e israeliani ebrei nelle città miste arabo-ebraiche d’Israele
Nuovi scontri tra polizia, militanti arabi ed ebrei si sono verificati nella notte in diverse località del nord di Israele e a Gerusalemme est. Secondo il quotidiano israeliano “Times of Israel”, gravi disordini sono avvenuti nella città mista arabo-ebraica di Acri, dove è stato dato fuoco a un teatro descritto come “simbolo della convivenza arabo-ebraica”. Gli scontri sono scoppiati anche nelle cittadine e nelle città israeliane settentrionali di Baqa al-Gharbiyye, Fureidis, Haifa, Umm al-Fahm, Jisr az-Zarqa e in altre aree del nord. Gli agenti hanno usato mezzi antisommossa (come gas lacrimogeni, idranti, proiettili di gomma e cariche di alleggerimento) mentre i manifestanti hanno lanciato pietre e bombe incendiarie.
A Jaffa, una casa nel quartiere di Ajami è stata bersagliata da bombe molotov, ferendo due bambini arabi (un ragazzo di dodici anni e una bambina di dieci anni). Secondo le prime indagini, dietro all’attacco ci sarebbero due persone incappucciate che camminavano in un vicolo vicino all’abitazione prima dell’attacco. Il 12enne è stato ricoverato in gravi condizioni con ustioni nella parte superiore del corpo.
Intanto, il capo dello Shin Bet (il servizio d’intelligence interno israeliano), Nadav Argaman, ha detto ieri che non tollererà la violenza etnica “da parte degli arabi né degli ebrei” dopo gli scontri notturni di questa settimana. Argaman ha detto che lo sforzo messo in campo da polizia e servizi segreti è volto a identificare, catturare e perseguire “chiunque cerchi di ferire cittadini israeliani, ebrei e arabi, fino a quando la pace non ritorna nelle strade del Paese”.
ore 14.20 – Nuova vittima israeliana nei pressi di Tel Aviv. Israele fa crollare edificio dove c’era anche la sede di al-Jazeera di Gaza e di diversi media internazionali
Un israeliano è stato ucciso poco fa da un razzo sparato da Gaza che ha colpito Ramat Gan nei pressi di Tel Aviv. Sale così a 10 il numero degli israeliani uccisi dall’inizio dell’offensiva israeliana.
Intanto le autorità israeliane hanno colpito l’edificio dove ha sede ad al-Jazeera e i media internazionale nella Torre al-Gaalaa.Aveva dato un ultimatum di un’ora
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della redazione
Roma, 15 maggio 2021, Nena News – I bombardamenti israeliani che si sono registrati stamane nella Striscia di Gaza hanno portato al massacro dell’intera famiglia al-Hatab (di cui 8 bambini) nel campo profughi di al-Shati (ovest di Gaza). L’unico sopravvissuto è l’ultimo degli al-Hatab, un neonato di 7 mesi: è salvo perché la madre (rimasta uccisa nel bombardamento) si è offerta come scudo umano pur di difenderlo. Sono almeno 20 i feriti nel crollo dell’edificio a tre piani in cui viveva la famiglia sterminata, ma il ministero della Salute palestinese fa sapere che il bilancio di morte potrebbe aumentare nelle prossime ore perché si continua a scavare.
Tel Aviv ha colpito anche altre aree residenziali di Gaza. Tra gli “obiettivi” presi di mira – denuncia il ministero degli affari religiosi palestinesi, c’è anche la moschea di Qalibu. Nella serata di ieri l’aviazione israeliana aveva ucciso 3 palestinesi nel nord della Striscia (due fratelli della famiglia al-Munsi e uno di quella dei Sabah). Secondo i dati ufficiali forniti dal ministero della salute palestinese, sono 132 i palestinesi uccisi nei raid israeliani iniziati lo scorso lunedì. Di questi, 32 sono bambini e 21 sono donne. Almeno 950 feriti. E’ salito ieri a 8 il totale delle vittime israeliane dei razzi da Gaza: una 50enne è morta per le ferite che aveva riportato nei giorni scorsi. L’esercito israeliano, dal canto suo, ha detto di aver colpito nella notte un ufficio operativo vicino al centro di Gaza e “siti missilistici sotterranei”.
Rispondendo agli attacchi israeliani, il movimento islamico Hamas che governa la enclave assediata palestinese ha lanciato nella notte numerosi razzi (almeno 200) verso Israele. Uno di questi, nella città israeliana di Ashdod, ha causato una forte esplosione perché ha colpito una riserva di carburante al porto. La stampa israeliana non riporta al momento feriti per il nuovo lancio di missili dalla Striscia.
Ma preoccupa soprattutto cosa accade nell’enclave palestinese. Qui la situazione umanitaria si fa sempre più allarmante: oltre ai morti e i feriti, sono centinaia le persone che si ritrovano senza casa. Preoccupa poi la situazione sanitaria al punto che alcuni ufficiali del governo egiziano hanno riferito al portale Middle East Eye che gli ospedali nel governatorato del Nord del Sinai (a confine con la Striscia) e a Ismailia vicino al Canale di Suez sono pronti a ricevere i palestinesi feriti dagli attacchi israeliani.
Ma la situazione è tesissima anche nella Cisgiordania e Gerusalemme occupate dopo che ieri 11 palestinesi sono stati uccisi dai militari israeliani e dai coloni nelle proteste di solidarietà per quanto sta accadendo a Gaza. I feriti sono più di 150. Secondo i media locali, i coloni avrebbero utilizzato pallottole vere contro i palestinesi che lanciavano pietre nel quartiere di Shaykh Jarrah (Gerusalemme est) dove il destino di 4 famiglie minacciate di espulsione dalle loro case ha fatto divampare nelle ultime settimane la rabbia dei palestinesi. Ieri sera sempre a Shaykh Jarrah diversi palestinesi sono stati arrestati dalle forze israeliane. Ad essere colpiti, tuttavia, non sono solo i dimostranti: a finire tra i proiettili coperti di acciaio dell’esercito israeliano sono stati anche 4 giornalisti palestinesi. La situazione resta molto tesa anche all’interno d’Israele dove nella città di Jaffa, alcuni estremisti di destra israeliana, riferisce il quotidiano israeliano Haaretz, hanno attaccato con bombe incendiare una casa palestinese nel quartiere di Ajami ferendo due bambini.
Da segnalare, infine, quanto avvenuto ai confini con Israele e Cisgiordania occupata. Ieri, infatti, decine di manifestanti si sono radunati al confine settentrionale dello “stato ebraico” in solidarietà con i gazawi. L’esercito israeliano ha risposto uccidendo un libanese, Mohammad Tanhan (21 anni). Centinaia di persone, invece, hanno provato ieri a recarsi al Ponte di Allenby (attraverso il quale si entra in Cisgiordania): le forze armate giordane hanno risposto con gas lacrimogeni e spari in aria. Nena News
(Seguiranno ulteriori aggiornamenti)