La poliomielite torna in anche Iraq. Dopo 14 anni accertato il primo contagio in un bambino di sei mesi. I campi profughi siriani: i nuovi focolai.
di Federica Iezzi
Roma, 17 aprile 2013, Nena News – Dall’inizio del 2013, 27 casi di poliomielite sono stati accertati in Siria, la maggiorparte dei quali nel governatorato conteso di Deir Ez Zor, snodo di rotte commerciali tra Siria occidentale, Turchia orientale e Iraq. La rivista scientifica The Lancet aveva preannunciato la possibilità che il poliovirus, ricomparso in Siria durante il conflitto armato, poteva con semplicità essere reintrodotto in aree libere dall’infezione ormai da decenni.
E’ il caso dell’Iraq. Era da 14 anni che nei territori iracheni non si registravano casi di poliomielite. Nell’area di al-Rusafa, alla periferia nord di Baghdad, è stato dimostrato il contagio di un bambino iracheno di sei mesi, dallo stesso ceppo di poliovirus trovato nei piccoli pazienti siriani.
Ceppi geneticamente affini sono stati individuati in campioni di acque reflue in Egitto, in Israele, in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza.A causa del tasso di immunizzazione drammaticamente ridotto, nuovi casi si registrano ogni giorno in Siria. Gli ultimi due casi segnalati ad Aleppo e Hama.
Attualmente l’Iraq, la Giordania, il Libano, la Turchia e l’Egitto sono tra i paesi che accolgono milioni di rifugiati siriani. Il vettore del poliovirus dunque migra agevolmente sui confini, con i continui spostamenti della popolazione. Quello della poliomielite è un virus che si trasmette in condizioni sanitarie inadeguate, in condizioni igieniche scarse, con acqua e cibo contaminati. Non esiste una cura per la malattia, che invade miratamanete il sistema nervoso e causa paralisi irreversibile. Può essere evitata solo attraverso la vaccinazione.
E la nuova epidemia di poliomielite nasce principalmente dall’interruzione dei cicli di vaccinazione di routine, per via del conflitto siriano in corso dal marzo del 2011, che ha distrutto e danneggiato gravemente gran parte delle strutture sanitarie.
In alcune zone dell’Iraq, si riscontrano le stesse difficoltà di accesso alla popolazione infantile, simili a quelle mostrate in Siria, con la conseguenza dell’inaccessibilità agli operatori umanitari, per ragioni di sicurezza. Il Ministero della Salute iracheno ha iniziato un solido lavoro con l’obiettivo finale di riuscire a raggiungere i 5 milioni e mezzo di bambini iracheni al di sotto dei cinque anni, in modo da garantire loro il ciclo completo di vaccinazione contro la poliomielite.
La campagna di vaccinazione lanciata dalle Nazioni Unite verrà diretta e coordinata fino alla fine di aprile in Siria, Egitto, Iraq, Giordania, Libano, nei Territori palestinesi di Cisgiordania e Gaza, e in Turchia. Governi locali, supportati da UNICEF, OMS e Mezza Luna Rossa, continuano assidui piani di immunizzazione su larga scala, che in poco tempo dovrebbero sostenere la salute di oltre 22 milioni di bambini a rischio, nei territori dell’intero Medio Oriente. Nena News