“È opportuno investigare le ragioni che hanno determinato l’arretratezza di alcune donne arabe piuttosto che accusarle di essere adatte solo a vivere nell’oscurità” scrive l’intellettuale siriana rispondendo a chi, in Occidente, accusa il mondo femminile in Medio Oriente di non essere in grado di “modernizzarsi”
di Cecilia D’Abrosca
Roma, 9 gennaio 2017, Nena News – “È opportuno investigare le ragioni che hanno determinato l’arretratezza di alcune donne arabe piuttosto che accusarle di essere adatte solo a vivere nell’oscurità”.Risponde così Ghada al-Samman, scrittrice e giornalista siriana, a coloro i quali criticano le donne mediorientali per non essere in grado di “modernizzarsi” al pari delle occidentali.
Sono queste le premesse teoriche che fondano l’analisi del nazionalismo arabo e dello stato di avanzamento dei diritti politici delle donne, di cui Ghada è portavoce. Partendo dall’osservazione del comportamento femminile e, da una valutazione delle possibilità concrete di attuazione delle politiche nei loro confronti, è sorta una letteratura, fatta di studi sociali e storici, funzionale all’interpretazione dell’evoluzione e affermazione sociale femminile. Ad essa, si affianca una “narrativa della guerra”, di cui Ghada al-Samman è interprete, che richiama il concetto di morte.
Per rafforzare la conoscenza di alcune categorie e strutture della mentalità dominante in Medio Oriente, in tema di riconoscimenti degli spazi pubblici concessi alle donne, può essere utile un’antologia di opere femminili, pubblicata qualche tempo fa in Italia, da Carocci (in essa sono presenti testi della stessa Ghada al-Samman), che prende le mosse dalle posizioni del femminismo/i arabo contemporaneo e dalla relativa visione della politica, intrecciando gli assunti principali alla letteratura. Lo scopo è quello di rilevare, in che modo, le correnti ideologiche dominanti rispondono ai mutamenti intervenuti nella scala dei valori sociali. Il titolo dell’opera è, Antologia della letteratura araba contemporanea. Dalla Nahda a oggi (a cura di), Maria Avino, Isabella Camera d’Affitto e Alma Salem.
Onestà intellettuale, fierezza e lucidità di idee, hanno permesso a Ghada al-Samman di creare uno spazio personale, letterario e informativo, nel quale esprimere le sue posizioni attraverso uno stile di scrittura che sfuggisse la censura. Dopo aver lasciato la sua città, Damasco, si trasferisce a Beirut, poiché, dichiara, è l’unico posto a “conferirle la libertà di espressione”; qui fonda una casa editrice, coadiuvata da suo marito, allo scopo di proseguire il lavoro di autrice senza alcuna limitazione: pubblica collezioni di storie brevi e di saggi, poesie ed, interviste realizzate durante la sua attività di giornalista, nonché diversi romanzi.
Our Constitution – We Liberated Women
Nel 1961, Ghada al-Samman scrive Our Constituiton – We Liberated Women, che diventa una sorta di Manifesto della sua poetica e del pensiero letterario-femminista che ispirerà la produzione successiva e la partecipazione attiva nella sfera pubblica:
La Donna Liberata “si considera un essere umano, e non subumano, tanto quanto l’uomo”; riconosce le differenze tra un uomo e una donna, che reputa “sì numerose, ma non così tanto”, sostenendo che, due esseri ugualmente umani, devono avere gli stessi diritti.
La Donna Liberata non è, come molti pensano, “quella bambola moderna che indossa abiti privi di gusto e trucco in eccesso”, perché quella donna non è solo colei che si è liberata dagli abiti, ma anche dall’ umanità e dal rispetto di sé. La Donna Liberata, oggi, è una realtà, è parte del mondo intellettuale arabo, pertanto intende liberare se stessa da alcune leggi storicamente ereditate e da atteggiamenti tradizionali privi di alcun significato “umano”, che sfigurano la sua natura di essere umano.
La Donna Liberata è, la rivoluzione dell’onore da parte di una donna pensante, contro una donna-bambola. È lo spirito di ribellione, è l’affermazione della personalità e della dignità. È il superamento delle delusioni, è libertà dalle incertezze e dal senso di colpa. È raggiungere il nucleo della verità, del pensiero e della complessa realtà.
La Donna Liberata ritiene che come essere umano, abbia il diritto di responsabilità verso se stessa e la sua presenza in società. Si appella al diritto di responsabilità, che distingue l’uomo dagli altri esseri non dotati di intelletto. La responsabilità è un effetto della libertà, motivo per il quale la “donna liberata” ne è alla ricerca. L’assunzione della piena responsabilità ha bisogno dei semi dell’educazione, della cultura intellettuale, della stabilità emotiva.
Ghada al-Samman e Thánatos
Negli anni Sessanta, Ghada al-Samman, dopo aver fornito una rappresentazione culturale della “donna liberata”, calandola nella società di quegli anni, instaura una dialettica con un concetto che s’integra alla vita, che è di per sè evento, la morte. La scrittrice lo affronta con vigore e forza d’animo, nonostante i più ne parlino controvoglia, con ritrosia, o non ne trattino affatto. La morte fa irruzione, richiede una forte motivazione alla vita per poterne parlare, da parte di chi resta e la osserva da molto vicino. Al-Samman elabora la sua ideologia della morte durante la sua vita, che tutto sommato ha costruito nella direzione che desiderava, ma lo fa in tempo di guerra, modulando la sua esistenza con la non-esistenza di troppi.
Ghada al-Samman, autrice di prosa e di versi, dissemina la sua indole nel suo intero corpo poetico, che è eleganza, impeto, passione. I suoi lavori vivono dei tumulti vissuti a Beirut e della sua disapprovazione morale. In Captivating the Blind of Dreams manifesta afflizione e scompenso per l’invasione nemica. L’incontro con la morte costituisce un confronto inevitabile; una morte non cercata, imposta da un nemico che nega la vita e, cancella l’essere: “ Tu vai a comprare il pane / sulla via del ritorno perdi le gambe /tu vai a prendere dell’acqua / sulla via del ritorno sei circondato”. Sequenze di vita e di morte che si mescolano, poiché l’una risiede nell’altra. La morte, per Ghada è dominante e insita nella vita, questo significa che, a dispetto della fisicità (viva) del corpo, l’anima è molto vicina alla morte.
Una immagine diversa si scorge in Two Skulls with a Bullet: “ Sì, c’è la guerra e la luce della luna mostra un velo spaventoso fatto di ignoto e morte, al punto che, il brivido che ad esso si accompagna, scivola via ad opera della paura.” La guerra preannuncia la scomparsa della realtà tangibile, al cospetto della quale, la morte si nasconde, nello smarrimento e nel timore. In, Oh Damasco, si legge: “Oh, Damasco, sii triste per quelli che in fretta sono passati dalla vita alla morte.” Indicando la transitorietà della vita e l’immediatezza della morte nella vita.
In un passo, di Captivating Favourite Fish, la poetessa compie una interpretazione ulteriore del pensiero della morte, che si allinea ad una forma estetica: “ Il singolo artista / cattura il momento transitorio / senza uccidere il momento / o muore con il suo trascorrere.” I versi esprimono la perdita dei momenti, attraverso la creazione di una immagine di morte, implicita nella parola.
Le poesie danno sembianza alle forme che la vita civile, segnata dal conflitto, assume; in essa c’è ancora spazio per l’amore: che è emancipazione e allontanamento, dinamismo e movimento, perfezione e libertà. L’amore come ottura del pensiero ordinario e sentimento a cui si anela.
In Ghada al-Samman, la morte si carica di significato poetico e filosofico, rafforzato dall’ammissione dell’immortalità. L’esistenza è assimilata alle due facce di una moneta, dove, da un lato, affiora la nascita, dall’altro, è impressa la morte: il valore della vita nasce dal confronto/rapporto tra i due momenti. Le interpretazioni avanzate da Ghada al-Samman riflettono lo spirito di rivolta e di rifiuto che nasce dal compianto per la sconfitta dell’umanità. La sua prospettiva coincide con l’esistenzialismo filosofico e letterario, secondo cui, la morte, insita nell’esistenza, riempie di significato la vita e salva l’essere umano dall’assurdità e dal vuoto. Nena News
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