Annunciato ieri, inizierà oggi: dalle 19 alle 6 del mattino gli egiziani dovranno restare a casa. Chiuse scuole, moschee e università. Sospeso il traffico aereo. Forti restrizioni per i negozi che vendono beni non necessari. Rinviata al 30 marzo, intanto, l’udienza per Patrick Zaki
della redazione
Roma, 25 marzo 2020, Nena News – Coprifuoco per due settimane in Egitto a partire da oggi per combattere il coronavirus. E’ quanto ha annunciato ieri in una conferenza televisiva il premier Mustafa Madbouly. Gli egiziani dovranno restare a casa dalle 7 di sera fino alle 6 del mattino. Centri commerciali e negozi che vendono beni non essenziali potranno restare aperti fino alle 17 durante la settimana, ma dovranno chiudere durante il fine settimana. I ristoranti possono fare solo consegne a casa.
“Abbiamo preso ulteriori misure protettive contro la pandemia rappresentata dal Coronavirus – ha detto Madbouly – siamo cauti con la tempistica per non danneggiare le condizioni di certi settori sociali o dell’economia”. Il governo ha finora stanziato circa 6.4 milioni di dollari per fronteggiare l’emergenza.
Il trasporto pubblico sarà sospeso durante il coprifuoco. Scuole e università saranno chiuse almeno fino al 12 aprile. Porte chiuse anche per moschee e chiese. Traffico aereo sospeso fino al 15 aprile. Il governo egiziano ha anche invitato i cittadini a limitare gli spostamenti tra le varie località del Paese. Multe fino a 4.000 sterline egiziane (254 dollari) e rischio carcere per chi viola le nuove disposizioni.
Ieri, sul suo account Twitter, il presidente egiziano al-Sisi ha chiesto alla popolazione di rispettare le regole. “Punto sulla consapevolezza del grande popolo egiziano e sulla loro capacità di superare le crisi e le sfide in tempi difficili” ha scritto.
Il ministro della Salute egiziano, Hala Zayed, ha provato a tranquillizzare l’opinione pubblica dicendo che il governo è ancora nella fase di controllo del coronavirus, nonostante il numero crescente di persone infette, e che sta monitorando la situazione per evitare di raggiungere un numero elevato di contagi in poco tempo. Intervistato telefonicamente dal canale satellitare “Al Hadath”, il ministro ha spiegato che “meno casi di contagio vuol dire maggiori opportunità di sviluppare trattamenti e capacità degli ospedali di assorbire meglio i numeri colpiti”. “Magari per alcuni paesi può non essere un problema avere un migliaio di persone contagiate – ha osservato – ma noi non dobbiamo arrivare rapidamente a quel numero. Se la raggiungiamo entro dieci giorni o dodici giorni, la situazione sarà gestibile, ma se ci arriviamo entro tre giorni, allora sarà difficile”.
Intanto, riferisce il giornale al-Masry al-Youm, lunedì sera decine di persone nel governatorato di Alessandria hanno organizzato una manifestazione a sfondo religioso in cui hanno chiesto a Dio di “impedire la diffusione del nuovo virus”.
Al momento sono 366 i casi registrati di Coronavirus. Le vittime sono 19, tra cui due importanti ufficiali militari. Molti dei primi casi di contagio sono collegati ai passeggeri di una nave da crociera sul Nilo. L’Egitto è l’ultimo Paese della regione ad annunciare un coprifuoco nazionale.
La Suprema procura della sicurezza dell’Egitto, intanto, ha rinviato per la seconda volta l’udienza di Patrick George Zaki, lo studente egiziano dell’Università di Bologna arrestato il 7 febbraio dopo essere arrivato al Cairo per quella che doveva essere una breve visita a casa. A darne notizia è stata ieri la pagina Facebook “Patrick libero”. Non solo: il giovane (da innocente) resterà per un’altra settimana nel centro di detenzione di Tora. La Procura ha deciso di rinviare l’udienza di Patrick al 30 marzo. “Noi continueremo a farci sentire – ha detto all’Ansa Riccardo Nuri, portavoce di Amnesty International Italia – lanceremo una ‘Twitter storm’ indirizzata alle autorità egiziane per chiedere la liberazione di Patrick. Troveremo anche il modo di consegnare alle istituzioni locali le 89mila firme che abbiamo raccolto lanciando la petizione su Amnesty.it”. Nena News
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