Israele/Territori occupati. “The National” rivela un promemoria dell’Amministrazione Biden sul rilancio delle relazioni con l’Anp di Abu Mazen. Non prevede nulla di nuovo per i diritti dei palestinesi sotto occupazione israeliana
di Michele Giorgio il Manifesto
Gerusalemme, 19 marzo 2021, Nena News – Si chiama «The U.S. Palestinian Reset and the Path Forward», il presunto piano – al momento non è molto di più di un promemoria – con il quale l’Amministrazione Biden intenderebbe, stando al giornale emiratino The National che ne ha ottenuto una copia, cestinare l’Accordo del secolo, la «soluzione di pace» per israeliani e palestinesi presentata poco più di un anno da Donald Trump. Per ora una sola cosa è certa. Biden vuole mettere fine ai quattro anni di scontro frontale tra Donald Trump e l’Autorità nazionale palestinese e ripristinare i rapporti con il presidente Abu Mazen. Si è già impegnato a riprendere l’assistenza economica all’Anp e a fine marzo dovrebbe annunciare una donazione di 15 milioni di dollari per l’acquisto di vaccini per i palestinesi. Ha anche segnalato di voler riaprire il consolato statunitense a Gerusalemme però senza fare marcia indietro sul riconoscimento della città come capitale di Israele fatto da Trump nel 2017.
Questo ipotetico piano comunque rimarrà nel cassetto nei prossimi mesi. Gli israeliani andranno di nuovo al voto tra meno di una settimana per eleggere la Knesset e anche questa volta, secondo gli ultimi sondaggi, i numeri non consentiranno una rapida formazione di una maggioranza di governo. Ci sono anche le elezioni palestinesi – legislative e presidenziali per l’Anp rispettivamente il 22 maggio e il 31 luglio e per il Consiglio Nazionale dell’Olp ad agosto – che forse avranno esiti sgradevoli per Washington. Il movimento islamista Hamas ha le carte in regola per bissare la vittoria delle legislative del 2006 e questo potrebbe portare a una replica del boicottaggio e isolamento totale del governo e del parlamento dell’Anp che attuarono Usa, Ue e Israele. A maggior ragione se le presidenziali non riconfermeranno Abu Mazen alla guida dell’Anp.
La bozza citata dal The National – preparata da Joey Hood, assistente per il Vicino oriente del segretario di Stato Tony Blinken – afferma che il fine degli Stati uniti è «far avanzare la libertà, la sicurezza e la prosperità sia per gli israeliani che per i palestinesi» nel quadro di una soluzione a Due Stati basata «sulle linee del 1967 con scambi di terre concordati e accordi sulla sicurezza e sui profughi». Contiene critiche alle attività israeliane di colonizzazione e intima all’Autorità nazionale di annullare i sussidi ai prigionieri politici palestinesi in carcere in Israele e alle loro famiglie, in accoglimento della posizione del governo Netanyahu che vede in questo sostegno ai detenuti una «istigazione al terrorismo». Suggerisce inoltre di revocare l’etichettatura «Made in Israel», voluta da Trump a fine mandato, sui prodotti delle colonie ebraiche, costruite nella Cisgiordania palestinese, destinati al mercato americano.
Il promemoria statunitense è solo una minestra riscaldata che punta a riportare Abu Mazen al tavolo delle trattative con Israele senza precondizioni. Ammesso che Benyamin Netanyahu o un altro primo ministro israeliano – che si prevede sempre di destra – siano disposti a considerare una soluzione diversa dai cantoni in cui sono ora chiusi i palestinesi in Cisgiordania e Gaza. Nena News