Ahmad Samir Abu Habel, 15 anni, è stato ucciso da un candelotto lacrimogeno. Sale a 193 il numero di vittime dal 30 marzo. La Marcia del Ritorno non si ferma, ma si intensifica
della redazione
Roma, 4 ottobre 2018, Nena News – Ancora morti nella Striscia di Gaza: ieri sera, durante una nuova manifestazione della Grande Marcia del Ritorno, i soldati israeliani lungo le linee di demarcazione con l’enclave palestinese hanno ucciso un ragazzo di 15 anni, Ahmad Samir Abu Habel. L’adolescente è stato colpito alla testa da un candelotto lacrimogeno, vicino al valico di Erez, nel nord della Striscia.
Altri 24 palestinesi sono rimasti feriti, alcuni da pallottole vere, altri per inalazione di gas lacrimogeni, fa sapere il Ministero della Salute di Gaza. Sale così, ancora, il bilancio delle vittime dal 30 marzo quando la marcia è cominiciata: 193 uccisi, oltre 21mila feriti.
Ieri, secondo fonti mediche, l’esercito israeliano ha preso di mira anche un’ambulanza. I manifestanti hanno dato fuoco a copertoni per coprire la visuale dei tiratori scelti con il fumo e lanciato pietre contro i soldati. L’esercito israeliano non commenta la morte del giovane, limitandosi a una secca dichiarazione all’Afp in cui parla di “spari in accordo con le regole di ingaggio”. Venerdì scorso erano stati sette i manifestanti palestinesi uccisi – tra loro due bambini di 12 e 14 anni – e almeno 506 i feriti.
Ma le proteste non si fermano. Al contrario, si intensificano: se prima era il venerdì il giorno di manifestazioni, ora quasi ogni giorno migliaia di palestinesi si ritrovano lungo le linee di demarcazione, da nord a sud di Gaza, per protestare contro l’assedio e ribadire il diritto al ritorno nelle proprie terre. E si fa più lontana una tregua tra Hamas e Israele, mediata dall’Egitto: data quasi per certa in estate, non pare essere più sul tavolo nonostante le posizioni espresse dal movimento islamico che si è detto pronto al dialogo per allentare il blocco israeliano sulla Striscia. Nena News
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