Sabato il cane a sei zampe ha firmato, insieme a Total e Novatek, due accordi con Beirut per l’esplorazione e la produzione di gas nei blocchi 4 e 9. Ma il secondo è rivendicato da Tel Aviv
della redazione
Roma, 12 febbraio 2018, Nena News – A nulla sembrano servite le minacce del governo israeliano delle scorse settimane: sabato Eni ha firmato, insieme alla francese Total e alla russa Novatek, due contratti con il governo del Libano due contratti per l’esplorazione e la produzione di gas sottomarino nei blocchi 4 e 9, di cui il secondo è il noto triangolo di mare conteso, di cui Israele rivendica la proprietà.
La scorsa settimana il ministro della Difesa Lieberman aveva minacciato il Paese dei Cedri di un possibile attacco proprio a partire dalla disputa sul blocco 9. Beirut, da parte sua, non sembra essersi fatto spaventare e ha assegnato al cane a sei zampe (già presente pesantemente nella zona, a partire dal mega bacino Zohr, giacimento offshore egiziano) il 40% dell’appalto. Alla francese Total è andato un altro 40% e il restante 20% alla russa Novatek.
Mentre l’ambasciatore italiano in Libano Marotti festeggiava i due contratti twittando un «Auguri al Libano», Israele per ora non commenta. Eppure le firme in calce ai documenti ci sono e vedono il coinvolgimento delle più importanti compagnie petrolifere del mondo. I lavori dovrebbero cominciare all’inizio del prossimo anno, le prime estrazioni protette dall’esercito libanese, quella forza accusata da Israele di essere un fantoccio di Hezbollah.
Di gas si parlerà giovedì: il segretario di Stato Usa Tillerson volerà a Beirut dove incontrerà il presidente Aoun e il primo ministro Harir. Sul tavolo tante questioni, buona parte delle quali incentrate sul vicino Israele: la minacciata costruzione di un muro, le tensioni al confine sud e ovviamente il gas conteso.
Secondo fonti interne alla leadership libanese sarebbe stato presentato un possibile piano di mediazione che riguardi sia il muro che il blocco 9, ma Aoun avrebbe dei dubbi perché metterebbe in dubbio la sovranità del Libano. Di certo oggi Beirut ha degli alleati in più, probabilmente meno ondivaghi degli Stati Uniti: le tre compagnie petrolifere, padrone del Mediterraneo. Sabato durante la cerimonia di firma, il ministro dell’Energia Cesar Abi Khalil ha detto: “Confermiamo e riaffermiamo che il blocco 9 si trova entro le acque libanesi ed è soggetto alla sovranità dello Stato del Libano. Tutte le attività di esplorazione saranno realizzate”. Nena News