Dalla città cisgiordana sarebbe giunto l’uomo che ieri sera ha ferito gravemente a colpi d’arma da fuoco il colono Shaul Nir e in maniera più lieve la moglie. Il Centro israeliano per i diritti umani B’Tselem parla di “punizione collettiva”.
AGGIORNAMENTO
Quattro coloni israeliani sono stati feriti da un’automobile lanciata intenzionalmente contro di loro nei pressi dell’insediamento di Beit Aryeh (Cisgiordania). Uno dei feriti è in gravi condizioni. L’automobilista, con ogni probabilità un palestinese, è fuggito ed è ricercato dall’esercito israeliano.
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della redazione
Roma, 10 dicembre 2015, Nena News – Le forze armate israeliane oggi circondano totalmente la città cisgiordana di Tulkarem da dove sarebbe giunto l’uomo che ieri sera ha ferito gravemente a colpi d’arma da fuoco il colono Shaul Nir e in maniera più lieve la moglie. Nir è noto per essere stato membro di un gruppo terroristico ebraico responsabile negli anni Ottanta di attentati a danno di esponenti politici e di alcuni sindaci palestinesi. Non è chiaro se l’attacco di ieri sia in qualche modo legato al passato del colono israeliano.
L’Esercito, dopo aver effettuato raid e perquisizioni, ha chiuso gli ingressi che portano alla città con grandi blocchi di cemento. Restrizioni e sbarramenti sono in atto anche all’ingresso orientale del campo profughi di Noor Shams come nei pressi dei villaggi di Kafa e Dhinnaba e sulla strada principale che collega i villaggi di Shufa e Ezbet Shufa, vicino alla colonia di Avne Hafez da dove era partita la coppia di coloni caduta nell’agguato.
Il portavoce militare ha confermato che gli accessi a Turkarem (50mila abitanti) rimarranno sbarrati e che sarà consentito il passaggio solo per “casi umanitari”. Le restrizioni in atto hanno effetti sulla popolazione complessiva del distretto di Tulkarem, circa 200mila persone.
Altre chiusure, per motivi diversi, sono attuate oggi dalle forze armate israeliane nei confronti di altri centri abitati palestinesi, come Ram a nord di Gerusalemme e alcuni villaggi del distretto di Hebron.
Il gabinetto di sicurezza israeliano il mese scorso ha dato ai militari la libertà di sigillare totalmente i villaggi palestinesi nella Cisgiordania durante “la ricerca di sospetti terroristi”, senza dover prima ricevere l’approvazione del governo. Tali chiusure, in particolare quelle nella zona di Hebron, sono descritte dal Centro israeliano per i diritti umani B’Tselem come “punizione collettiva”. Nena News