L’attacco “ostile” avvenuto in serata sarebbe stato respinto dalla contraerea siriana. Damasco ieri ha anche accusato la coalizione a guida Usa di un attacco nel sud est del Paese contro una sua base militare (Washington però nega). Le Forze democratiche siriane, intanto, sostengono di aver arrestato uno dei responsabili degli attentati terroristici di Parigi e Nizza
della redazione
Roma, 25 maggio 2018, Nena News – “Uno dei nostri aeroporti militari nella regione centrale [del Paese] è stato oggetto di un attacco missilistico ostile, ma il nostro sistema di difesa aerea l’ha impedito”. A riferire questa notizia è stata ieri sera l’agenzia statale siriana Sana. Secondo Sana, alcune esplosioni sono state sentite vicino all’aeroporto di Dabaa, a 20 km a sud ovest di Homs.
Nel momento in cui vi scriviamo né i media vicini al presidente siriano Bashar al-Asad, né tanto meno lo stesso governo hanno detto chi è responsabile dei raid di ieri sera. Molti commentatori pensano tuttavia che dietro all’attacco ci possa essere Israele: Tel Aviv ha ripetutamente bombardato il Paese in questi 7 anni di guerra civile colpendo l’esercito siriano, i suoi alleati libanesi filo-iraniani di Hezbollah e personale militare iraniano. Da Israele per il momento non giunge ancora alcuna conferma rispetto a quanto avvenuto ieri sera: un portavoce militare israeliano ha preferito infatti non commentare la notizia.
A parlare è invece l’Osservatorio siriano per i diritti umani (ong britannica vicina all’opposizione siriana) che ha riferito di combattenti pro-governativi e di Hezbollah stazionati all’aeroporto militare di Dabaa. L’Osservatorio sostiene che non si sarebbero registrate vittime nel corso dell’attacco.
Domenica forti espressioni erano avvenute nella notte a sud di Damasco in un’area dove sarebbe presente un compound militare usato dalle forze iraniane. La scorsa settimana, inoltre, alcune esplosioni avevano avuto luogo all’aeroporto di Hama. Secondo l’Osservatorio, nel corso dei raid, che hanno colpito un deposito di armi e carburante e sono stati attribuiti da Teheran ad Israele, sono state uccise 11 persone. Lo scorso mese, invece, Tel Aviv avrebbe attaccato la base T4 siriana. Secondo il Wall Street Journal a ordinare l’attacco sarebbe stato proprio il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu dopo essersi coordinato con il presidente Usa Trump. L’obiettivo? Impedire all’Iran di usare la sua batteria anti-aerea contro i jet israeliani impiegati nei cieli siriani.
Ieri, sempre Sana ha reso noto che una base militare siriana vicino al confine iracheno, tra al-Bukamal e Hmeimeh nella regione desertica di Badia, è stata oggetto di un attacco missilistico all’alba. I raid, “un’aggressione dei caccia della coalizione americana”, hanno causato “danni materiali” e possibili vittime. Accusa smentita prontamente da Washington: “Non abbiamo notizie di attività operative della coalizione a guida Usa contro forze o obiettivi pro-regime” ha detto il Capitano Bill Urban, portavoce del Commando centrale Usa.
L’Osservatorio siriano ha parlato di “12 combattenti non-siriani” uccisi in seguito a due attacchi missilistici che hanno causato la distruzione di “almeno 3 veicoli”. Damasco nega la notizia.
Le forze democratiche siriane (Sdf) a maggioranza curde e sostenute dagli Usa, intanto, hanno fatto sapere ieri di aver arrestato un cittadino francese che guidava un battaglione dello Stato Islamico (Is) in Siria e che aveva partecipato agli attacchi terroristici di Parigi e Nizza del 2015 e 2016. L’uomo, identificato dalle Sdf come Adrien Lionel Kayali, è nato nel 1983 e si è convertito all’Islam nel 2003. Secondo una nota delle Forze democratiche siriane, Kayali era stato arrestato (ma poi rilasciato in Francia nel 2010) perché sospettato di appartenere ad una organizzazione terroristica. I media francesi, invece, identificano l’uomo arrestato come Adrien Guihal e affermano che nel 2015 era stato spiccato un mandato d’arresto contro di lui per il suo coinvolgimento negli attacchi terroristici di Parigi e Nizza. Il portavoce delle Sdf Mustafa Bali ha spiegato alla Reuters che Kayali e Guihal sono nomi diversi appartenenti però allo stesso uomo. Nena News