Il nuovo attacco israeliano sarebbe avvenuto ieri nell’area ad est di Aleppo. Obiettivo: una base miliare e un centro di ricerca. Il presidente siriano al-Asad, intanto, avverte: “Catastrofe sanitaria se aumentano casi Covid”. Orrore ad al-Hota: secondo Hrw la gola sarebbe stata trasformata dall’Isis in una fossa comune
della redazione
Roma, 5 maggio 2020, Nena News – Il sistema difensiva aereo siriano avrebbe respinto ieri un nuovo attacco israeliano. A dirlo sono i media filogovernativi siriani. Secondo un comunicato dell’esercito, l’attacco israeliano avrebbe preso di mira le caserme militari ad al-Safriah (est di Aleppo) dopo che poco prima era stato colpito un centro di ricerca. Sono ancora in corso le valutazioni dei danni. Come spesso è accaduto in casi simili, da Tel Aviv per ora non ci sono commenti sul raid. Qualora fosse confermata la responsabilità dell’attacco, si tratterebbe del quinto raid israeliano in Siria nelle ultime due settimane.
Citata da al-Jazeera, una fonte di intelligence regionale ha detto che Israele starebbe aumentando i suoi bombardamenti in Siria ora che l’attenzione mondiale è rivolta alla pandemia da Coronavirus. Che ad essere colpita sia stata propria l’area di Aleppo non deve sorprendere: secondo l’intelligence occidentale, proprio in questa area le milizie pro-iraniane hanno basi, un centro di comando e hanno istallato armi avanzate. Il Centro di studi scientifici e di ricerca, oggetto dei raid di ieri attribuiti ad Israele, sarebbe uno dei luoghi in cui, secondo le forze di opposizione al presidente siriano Bashar al-Asad, la Siria con l’aiuto di ricercatori iraniani starebbe lavorando ad armi chimiche. Armi che, denunciano i gruppi anti-Asad, il governo ha già utilizzato contro i civili nelle loro aree. Damasco respinge l’accusa e ritiene che proprio i gruppi jihadisti presenti nell’area abbiano fatto uso di queste armi.
Se è ancora incerta al momento la responsabilità israeliana sugli attacchi di ieri, è sicuramente vero che la tensione tra Israele e Siria è molto alta nell’ultimo periodo. Il ministro della difesa israeliano Naftali Bennet è stato chiaro la scorsa settimana: lo stato ebraico aumenterà la sua campagna militare contro le forze governative siriane e i suoi alleati iraniani. I raid, sostiene una fonte dell’intelligence regionale, avrebbero colpito anche milizie iraniane ad al-Bukamal, la cittadina a confine con l’Iraq colpita lo scorso gennaio anche dai jet Usa. Allora la Casa Bianca giustificò il raid parlando di crescenti provocazioni iraniane.
Ma a preoccupare la Siria non sono solo gli attacchi aerei di forze straniere. Ieri il presidente siriano al-Asad ha avvertito che il Paese potrebbe affrontare una “vera catastrofe” qualora i casi di contagio da Coronavirus dovessero aumentare. Parlando ad una commissione governativa che monitora le misure di contrasto al virus, Asad ha anche spiegato che il numero basso di casi positivi finora registrato non significa affatto che il Paese sia uscito dal “cerchio della paura”. “Questi dati potrebbero improvvisamente avere un incremento fra pochi giorni o settimane e noi ci troveremmo a fronteggiare una vera catastrofe che supererà le nostre capacità sanitarie e logistiche”, ha spiegato il presidente. Damasco ha imposto il coprifuoco dopo aver annunciato un mese fa il suo primo caso Covid. Per giorni, accusano però fonti mediche d’opposizione, il governo aveva provato a nascondere i contagi.
Si continuano intanto a scoprire nuove barbarie compiute in Siria. Ieri la ong Human Rights Watch ha detto che la gola di al-Hota, un burrone profondo 50 metri vicino Raqqa, un tempo luogo di ritrovo, gite e picnic, è stata utilizzata dall’Isis come una fossa comune quando occupava la città. Attraverso droni e interviste ai residenti, l’associazione internazionale ha individuato resti umani e chiede ora un’inchiesta. Lo stato di decomposizione di alcuni corpi indicherebbe che la gola è stata usata anche dopo la cacciata dell’Isis: alcuni testimoni hanno accusato i miliziani di avervi gettato soldati di Damasco. La zona è sotto il controllo delle milizie alleate della Turchia. Nena News