Giovedì 13 marzo undici città italiane ricorderanno il più grande poeta palestinese che nei suoi versi ha raccontato la sofferenza, l’esilio e la resistenza del suo popolo.
di Anna Clementi
Roma, 10 marzo 2014, Nena News – Da Messina a Torino, da Cagliari a Milano passando per Bari, Salerno, Napoli, Macerata, Roma, Firenze, Venezia. Giovedì 11 marzo, in occasione della nascita del poeta palestinese Mahmoud Darwish (1941 – 2008), undici città italiane organizzano un reading collettivo delle poesie dell’autore.
Scopo dell’evento è quello di sensibilizzare il pubblico italiano sulla scomparsa delle opere di Darwish dalle librerie italiane. Da quando, a inizio del 2013, la casa editrice che aveva fatto conoscere agli italiani il poeta palestinese è stata costretta a chiudere, i pochi libri rimasti sono stati mandati al macero. Oggi, in Italia, al di fuori delle copie presenti nelle biblioteche, le opere di Darwish sono introvabili.
Proprio per questo a dicembre 2013 l’associazione Arabismo di Roma ha lanciato l’idea di organizzare una giornata dedicata al poeta palestinese per eccellenza. La risposta da parte di associazioni culturali, università, studenti, professori e arabisti è stata al di sopra di ogni aspettativa e si è così deciso di fare un reading collettivo in contemporanea in tutte le città che aveva aderito all’appello e di organizzare in ognuno di questi luoghi degli eventi collaterali dedicati alla poesia e alla Palestina.
Così a Bari ci sarà l’inaugurazione di due mostre fotografiche sui campi profughi in Libano; a Roma verranno proiettati video e foto sulla condizione dei rifugiati palestinesi dal 1948 ad oggi; a Torino e Napoli seguirà una cena palestinese; a Venezia ci sarà un reading multilingue in arabo, ebraico, francese, inglese, italiano, persiano, spagnolo e turco delle poesie dell’autore.
Potete legarmi mani e piedi
togliermi il quaderno e le sigarette
riempirmi la bocca di terra:
la poesia è sangue del mio cuore vivo
sale del mio pane, luce nei miei occhi.
Sarà scritta con le unghie, lo sguardo e il ferro, la canterò nella cella della mia prigione, al bagno, nella stalla, sotto la sferza, tra i ceppi nello spasimo delle catene.
Ho dentro di me un milione d’usignoli
Per cantare la mia canzone di lotta
[Mahmoud Darwish, Potete legarmi mani e piedi]
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