CORONAVIRUS. Al dottor Khair, a tutti i medici che abbiamo perso in Italia e alle loro famiglie non possiamo che chiedere perdono per non aver saputo proteggerli, scrive Rania Hammad
di Rania Hammad, vice presidente della comunità palestinese di Roma e Lazio
Roma, 11 aprile 2020, Nena News – Tra i primi medici ad essere infettati e a spirare per il Covid-19 qualche giorno fa in Sardegna c’è il palestinese Nabeel Khair, un professionista apprezzato, un uomo amato dai suoi colleghi e amici. Il dottor Khair era ben conosciuto a Cagliari, in tutta la Sardegna, nel resto dell’Italia e anche in Europa, soprattutto nelle nostre comunità. Come ogni palestinese si era sempre dedicato al suo popolo, per farne conoscere la storia e le aspirazioni. Aveva portato la questione dei diritti palestinesi in Sardegna, la sua regione di adozione, conquistando i cuori di molte persone che l’hanno sostenuto e si sono avvicinate alla Palestina. Nabeel Khair ha lottato per la sua amata terra ma la sua ultima battaglia è stata quella per salvare i suoi pazienti e le vite umane in Italia.
Mentre la Palestina fronteggiava il virus sotto occupazione militare con poche risorse e ha puntato subito sul contenimento dell’epidemia per evitare il collasso del suo fragile sistema sanitario, purtroppo in Italia, il bel paese adottivo di Nabeel, che lo ha visto studiare, laurearsi e lavorare, non è stato fatto abbastanza per proteggerlo e per proteggere tutti gli altri medici dal virus. L’Italia, forte e ricca, che doveva garantire la sicurezza sanitaria al suo popolo, non ha potuto provvedere e procurarsi tutti gli strumenti necessari per salvare la vita di Nabeel. Come lui più di 100 medici in Italia hanno perso la vita, come se fossero stati in guerra, in un campo di battaglia, in prima linea. Molti di loro erano la parte migliore di noi, erano i nostri medici di famiglia, quelli più vicini ai pazienti. Non siamo stati in grado di difenderli. Sono stati lasciati a combattere con le loro nude mani e lo Stato non ha saputo garantire loro la sicurezza sul lavoro.
La crisi mondiale del Covid-19 ci insegna che non sempre i governi agiscono bene e nel nostro miglior interesse. Gli Stati spesso non prendono le decisioni necessarie per garantire il nostro bene, sovente agiscono troppo tardi perché le loro priorità sono diverse dalle nostre di semplici cittadini. Siamo talmente abituati ad accettare il fatto che il capitalismo ed il liberismo economico siano indiscutibilmente buoni per noi, perché ci permettono di avere le cose materiali che vogliamo, al punto da dimenticare che quel benessere superficiale ha un costo e anche molto elevato.
Nei momenti bui come questi come risponderà quel sistema che abbiamo mantenuto e sostenuto fino a ieri ignorando le cose importanti, quali la sanità? E quel capitalismo che fino ad adesso ci ha fatto tanto comodo perché ci ha regalato un falso senso di appagamento, quali interessi tutelerà ora? Siamo attenti, informati e politicamente attivi nel proteggere ciò che è più importante per noi nella vita, la nostra salute, i nostri medici?
In Italia abbiamo tentennato e siamo stati bombardati da tante opinioni, perdendo tempo prezioso nelle polemiche. Alla fine, abbiamo finalmente adottato delle misure, pur non avendo seguito l’esempio della Cina che ne sapeva più di noi. Ma almeno non ci siamo comportati come il nostro irresponsabile “alleato”, gli Stati Uniti.
Il sistema sanitario pubblico in Italia ha risentito dei tagli degli ultimi anni e durante questa pandemia si è visto chiaramente. I nostri medici non erano informati, né preparati, non avevano il necessario per proteggersi dal contagio. Eppure è stato chiesto loro di sacrificarsi, come fossero dei soldati mandati in guerra senza armi, caschi e mezzi per farcela, ed è per questo motivo che sono caduti.
Al dottor Nabeel Khair e a tutto il personale medico che abbiamo perso, e alle loro famiglie non possiamo che chiedere perdono. E promettiamo loro che non permetteremo mai più allo Stato di lasciare che i nostri medici diventino eroi di guerra morti. Saranno i nostri eroi vivi. Nena News