Il premier ungherese, espressione della destra europea più xenofoba, è stato accolto dal primo ministro israeliano come un amico e sincero alleato. Tra Budapest e Tel Aviv rapporti sempre più stretti
di Michele Giorgio – Il Manifesto
Gerusalemme, 19 luglio 2018, Nena News – Si può essere ebreo e premier di un paese, Israele, che da decenni sostiene di essere una risposta all’antisemitismo e allo stesso tempo essere amico e alleato di un leader della destra che ha elogiato Miklos Horthy a capo dell’Ungheria durante la seconda guerra mondiale quando 600mila degli 800mila ebrei del paese furono sterminati dai nazisti. Sembra di sì se si tiene conto dell’atteggiamento di Benyamin Netanyahu. Oggi il primo ministro israeliano si prepara a ricevere con grandi onori il premier ungherese Viktor Orban. Un benvenuto caloroso che conferma come la destra israeliana al potere stia rafforzando i legami con la destra europea più xenofoba e islamofoba in nome della “ragion di stato”, in questo caso i rapporti eccellenti con Budapest.
Appena qualche giorno fa Netanyahu era finito sotto accusa per la dichiarazione congiunta fatta con il premier polacco Moriawecki sulla legge approvata da Varsavia che di fatto assolve la Polonia da ogni responsabilità nei crimini perpetrati dai nazisti. La Polonia come l’Ungheria e altri paesi dell’est europeo, è importante per tenere a freno le condanne delle politiche israeliane da parte dell’Ue o degli organismi internazionali.
La visita di uno dei maggiori esponenti del populismo dilagante in Europa ha generato qualche mal di stomaco in Israele. Una manifestazione di protesta accoglierà Orban oggi quando si recherà in visita al museo dell’Olocausto e non è escluso che avvenga altrettanto al Muro del Pianto a Gerusalemme. Non ha usato mezzi termini la leader del partito di centrosinistra Meretz, Tamar Zandberg, sottolineando che «chi elogia i leader che hanno collaborato con i nazisti, chi perseguita le organizzazioni per i diritti civili e l’opposizione nel proprio Paese, non è il benvenuto». Il quotidiano liberal Haaretz con articoli e analisi ha espresso il disappunto di tanti per gli onori riservati a Orban. Ma Haaretz pur essendo un giornale autorevole non è il più diffuso e non rappresenta la maggioranza degli israeliani. Più rappresentativo è Israel HaYom, vicino a Netanyahu, che in un articolo di benvenuto ieri ha omaggiato Orban, affermando che la diplomazia ungherese sostiene le posizioni di Israele e persino che il governo magiaro ha a cuore i sopravvissuti alla Shoah.
D’altronde anche settori della società non legati alla destra, tra precisazioni e qualche presa di distanza, sottolineano che Orban è un sincero alleato di Israele e che questo conta molto, più delle accuse che gli vengono rivolte. Shimon Schiffer, opinionista del giornale centrista Yediot Ahronot, di origine ungherese e con parte della famiglia sterminata dai nazisti, rispondendo ieri alle nostre domande non ha tracciato un quadro negativo di Orban. «Conosco personalmente il premier ungherese, è un leader importante, un grande amico di Israele, che dice delle cose poco piacevoli ma senza dubbio realistiche sui migranti» ci spiegava «il suo elogio di Miklos Horthy non lo condivido e spero che Netanyahu pubblicamente prenda posizione contro di esso». Secondo Schiffer la comunità ebraica ungherese, tra dubbi e critiche, comunque non boccia del tutto Orban.
Che l’auspicio di Schiffer per le parole che pronuncerà oggi Netanyahu si realizzi è pura fantascienza. Il premier israeliano non ha alcuna intenzione di creare intoppi al leader dell’Ungheria, paese che si astiene piuttosto che votare contro Israele all’Onu. Come lo scorso dicembre all’Assemblea generale delle Nazioni Unite che ha condannato condannato gli Usa per aver spostato la propria ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme. Oppure due mesi fa quando la Commissione Onu per i diritti umani ha votato per istituire un comitato investigativo sulle stragi di palestinesi lungo il confine tra Gaza e Israele. E il governo Netanyahu ricambia con piacere, come ricordava ieri Barak Ravid, analista della tv Canale 10, facendo riferimento all’impegno di Israele per aprire all’Ungheria le porte della Casa Bianca. Infine, ma non per importanza, Orban e Netanyahu hanno un nemico in comune, George Soros, miliardiario ebreo che mostra troppe simpatie per i migranti diretti in Europa e per il rispetto dei diritti umani. Nena News