Almeno 500 minorenni hanno perso la vita nei raid israeliani su Gaza la scorsa estate. L’Onu ammonisce gli israeliani, ma li tiene fuori dalla lista degli Stati che violano i diritti dell’infanzia. Intanto, il 25 i palestinesi sottoporanno la loro prima denuncia alla Corte penale internazionale
della redazione
Roma, 19 giugno 2015, Nena News – Un anno nero, il 2014, per i bambini che vivono in zone di guerra e in particolare per i bambini di Gaza, che la scorsa estate hanno vissuto sotto i raid israeliani per oltre 50 giorni. Alla fine dell’offensiva militare ‘Margine Protettivo’ erano stati uccisi oltre 500 minorenni.
Un prezzo altissimo, che ieri il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha ricordato alla presentazione di un nuovo rapporto dell’Onu, esortando Israele a tutelare i bambini palestinesi e a rispettare la neutralità di scuole e ospedali. Nella Striscia di Gaza furono colpiti dalle bombe israeliane edifici scolastici e strutture sanitarie, anche delle agenzie dell’Onu.
Un ammonimento privo di conseguenze, considerato che lo Stato ebraico non è stato incluso nella lista dei Paesi che violano di diritti dell’infanzia, ma che ha subito scatenato la risposta stizzita di Tel Aviv. L’inviato israeliano all’Onu, Ron Prosor, ha respinto le accuse e ha invece puntato il dito contro Leila Zerrougui, inviata Onu per i Bambini e i Conflitti Armati, la cui condotta è stata giudicata “faziosa”. Prosor ha poi riproposto la giustificazione che Israele diede per avere bombardato scuole e ospedali, cioè che Hamas vi nascondeva armi.
Servirà più di una risposta stizzita, però, di fronte alla Corte penale internazionale (ICC). I palestinesi, infatti, stanno preparando il loro primo esposto contro Israele da presentare il 25 giugno al tribunale. Riguarderà le violazioni israeliane del diritto internazionale sia a Gaza sia nei Territori occupati. È una denuncia generica, che sarà dettagliata ulteriormente, se il procuratore Bensouda deciderà di aprire un’inchiesta. Nelle intenzioni palestinesi, però, sarà un modo per dare ai giudici (e al mondo) un quadro di quello che accade sotto l’occupazione israeliana in Cisgiordania, a Gerusalemme est e nella Striscia di Gaza e per fornire ai giudici materiale per indagare.
La giudice Fatou Bensouda ha già aperto un’inchiesta preliminare sui fatti del giugno dell’anno scorso, che poi portarono all’esplosione del conflitto di Gaza in cui sono morte oltre duemila persone. Nena News
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