Il ministro della Difesa israeliano Moshe Ya’alon ha annunciato la pianificazione di un muro sotterraneo tutto intorno alla Striscia. Obiettivo: distruggere quei pochi tunnel che ancora servono la popolazione assediata da 8 anni, per impedire l’infiltrazione dei miliziani di Hamas in Israele
della redazione
Roma, 13 novembre 2015, Nena News - Una nuova barriera, questa volta sotterranea, è stata pianificata e annunciata da Tel Aviv. Circonderà la Striscia di Gaza, già assediata in superficie, in cielo e in mare e, secondo quanto rivelato dalla radio dell’esercito israeliano, servirà a “impedire ai terroristi di usare gallerie profonde per cercare di penetrare il muro”.
L’annuncio è stato fatto ufficialmente questa mattina dal ministro della Difesa Moshe Ya’alon, il quale ha rivelato che l’esercito israeliano presto presenterà una bozza del progetto. Il muro darà l’ultima, decisiva stoccata ai tunnel sul lato nord-orientale della piccola enclave palestinese, gallerie sotterranee che avevano permesso ai miliziani delle brigate al-Qassam – braccio armato di Hamas – di attaccare i soldati di Tel Aviv di stanza alla frontiera durante l’offensiva israeliana “Margine Protettivo” dell’estate 2014.
Secondo quanto rivelato dalle forze di sicurezza israeliane, inoltre, durante l’attacco dello scorso anno alla Striscia di Gaza – che costò la vita a oltre 2.200 palestinesi, in maggioranza civili, nei 51 giorni di intensi bombardamenti aerei su tutto il territorio assediato – i miliziani di Hamas riuscirono a entrare per ben 4 volte in territorio israeliano, uccidendo 14 soldati. Proprio grazie ai tunnel.
Sul lato meridionale dell’enclave, invece, ci ha pensato il Cairo a distruggere le gallerie, che a lungo hanno permesso alla popolazione intrappolata di fare entrare cibo, medicine e materiali da costruzione dal confine egiziano. Generi di prima necessità che Israele ha fatto passare con il contagocce negli ultimi otto anni, impegnata com’era nel fare pressione alla popolazione per far cadere il governo guidato da Hamas.
Ma dai tunnel passavano anche le armi, e naturalmente la giunta militare guidata da al-Sisi – ostile al braccio gazawi della fratellanza musulmana – non ci ha pensato due volte a prendere provvedimenti. Prima il valico di Rafah, riaperto durante il mandato dell’islamista Mohamed Morsi, è stato chiuso; poi il Cairo ha deciso di inondare con acqua del Mediterraneo il canale al confine con Gaza, sommergendo i tunnel e contaminando le già scarse falde acquifere dell’enclave palestinese. E condannando ulteriormente la popolazione della Striscia a una vita miserabile.
Israele aggiunge così un’altra tacca al suo isolamento fisico dal resto della regione: a nord il confine con il Libano è sigillato, così come lo è quello con la Siria nelle Alture del Golan. Con l’Egitto la barriera di filo spinato alta 5 metri corre da Eilat a Rafah, mentre all’interno del territorio centinaia di chilometri di muri separano i Territori palestinesi occupati da Tel Aviv. Nena News