Sempre più incandescente il rapporto tra gli alleati della coalizione saudita anti-houthi: ieri forze sostenute da Abu Dhabi hanno ripreso il controllo dello scalo aereo cittadino aggravando la crisi politica con l’uomo di Riyadh. L’inviato Onu nel Paese, intanto, parla di più di 500 vittime di colera
della redazione
Roma, 1 giugno 2017, Nena News – Continuano le tensioni all’interno della coalizione saudita anti-houthi in Yemen. Ieri truppe sostenute dagli Emirati Arabi Uniti (Eau) hanno ripreso con la forza il controllo dell’aeroporto della città meridionale di Aden aumentando così il livello dello scontro tra il presidente Hadi (uomo di Riyadh) e Mohammed bin Zayed, il principe ereditario di Abu Dhabi nonché vice comandante supremo delle forze armate emiratine.
Secondo alcuni ufficiali intervistati dall’Associated Press, gli scontri, durati circa tre ore, avrebbero causato in mattinata la morte di uno dei soldati deputati alla difesa dello scalo. La tensioni tra Eau e Hadi vanno avanti da tempo: da mesi, infatti, le forze guidate dagli Emirati provavano a prendere possesso dell’aeroporto della seconda città del Paese, “capitale” temporanea del governo yemenita (Sana’a è ancora saldamente nelle mani degli houthi). Secondo i sostenitori di Hadi, l’intenzione di Abu Dhabi – teoricamente ancora parte della coalizione saudita anti-ribelli sciiti – sarebbe quella di creare un governo indipendente a sud che permetterebbe a bin Zayed di mantenere una presenza permanente nell’area meridionale del Paese, importante per i suoi porti strategici.
Lo scontro politico tra Hadi e Abu Dhabi è scoppiato platealmente lo scorso febbraio quando Saleh al-Emeiry, capo della sicurezza dell’aeroporto e alleato dell’Eau, si era rifiutato di far atterrare Hadi ad Aden. Di fronte al clamoroso diniego, il presidente in esilio aveva deciso di licenziarlo: l’ordine era stato poi implementato grazie all’arrivo di forze armate a lui fedeli. A maggio, però, la crisi tra il governo yemenita di Aden e gli Emirati si è nuovamente aggravata quando Hadi ha accusato il principe ereditario emiratino Mohammed bin Zayed di comportarsi in Yemen come un “occupante” soprattutto per la questione aeroporto. Dalle parole il presidente è passato rapidamente ai fatti licenziando due ufficiali (il governatore della città e un ministro del suo governo) rei di essere troppo vicini ad Abu Dhabi e di sostenere la separazione del sud del Paese.
La decisione è stata però controproducente perché ha scatenato la rabbia dei secessionisti offrendo un assist d’oro al governatore licenziato, Aidarus al-Zubaidi, per ricompattare le file e formare un “Consiglio di Transizione del Sud”. La mossa dei separatisti è stata un duro colpo per Riyadh che considera l’atto di Zubaidi un colpo alla legittimità del suo uomo (Hadi), nonché un regalo per i “nemici” sciiti houthi (si legga Iran). L’Arabia Saudita, però, ha per ora scelto un profilo basso non andando allo scontro diretto con l’alleato Abu Dhabi preferendo giocare un ruolo di mediazione. In quest’ottica, andava essere letto il suo tentativo (rivelatosi fallimentare) di disinnescare la crisi politica convocando nella capitale saudita il leader del “Consiglio separatista” poco dopo l’annuncio della formazione del nuovo organismo.
I conflitti politici (e armati) tra il governo di Aden e le forze emiratine e separatiste giungono nelle stesse ore in cui l’inviato delle Nazioni Unite in Yemen, Ismael Ould Shaykh Ahmed, ha riferito ieri al Consiglio di Sicurezza dell’Onu che nel Paese sono morte di colera 532 persone (109 sono bambini) da quando, lo scorso mese, è scoppiata la seconda epidemia della malattia infettiva. Un bilancio che è solo parziale: Shaykh Ahmed ha infatti ricordato che negli ultimi sei mesi sono stati registrati 60.000 casi sospetti di colera e diecimila di questi soltanto nelle ultime 72 ore.
A contribuire alla diffusione della malattia, ha evidenziato il funzionario internazionale, è il collasso del settore medico: meno del 45% delle strutture sanitarie sono operative e solo metà degli yemeniti ha accesso all’acqua potabile. Le vittime del colera si vanno ad aggiungere a quelle provocate dal conflitto iniziato dalla coalizione saudita nel marzo del 2015: secondo stime (a ribasso) sono almeno 10.000 le persone uccise finora. Nena News