I lealisti dell’ex presidente, secondo i network arabi, sarebbero a 30 km dalla città considerata la nuova roccaforte di Hadi. I bombardamenti della coalizione a trazione saudita continuano, e Riyadh non esclude di inviare truppe via terra
della redazione
Roma, 30 marzo 2015, Nena News - Oltre cento morti nella provincia di Aden e gli Houthi sempre più vicini alla capitale del sud: è il bilancio dei primi cinque giorni dell’operazione “Tempesta Decisiva”, lanciata in Yemen dalla coalizione capeggiata dall’Arabia Saudita che mira a eradicare la “minaccia sciita” che si nasconderebbe dietro l’avanzata della minoranza houthi nel paese. Secondo fonti citate dal network al-Jazeera, agli scontri in corso tra ribelli Houthi e detrattori del presidente Hadi nel nord di Aden si starebbero per aggiungere anche i lealisti di Ali Abdullah Saleh, l’ex dittatore yemenita deposto nel 2012 dai paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo, che avrebbero stretto un’intesa con i ribelli sciiti.
E’ da tempo ormai che si vocifera che dietro la straordinaria avanzata degli Houthi – che in pochi mesi lo scorso anno sono riusciti a conquistare ampie regioni dello Yemen nord occidentale fino a occupare, nel gennaio scorso, la capitale Sanaa – si nasconda, più che l’Iran, il vecchio autocrate cui parte delle forze armate non avrebbero mai smesso di obbedire: Saleh, infatti, invece di subire la stessa sorte dei dittatori spodestati dalle primavere arabe, come esilio o carcere, sarebbe rimasto tranquillamente in Yemen, nel suo vecchio ufficio di Sanaa, dal quale avrebbe potuto muoversi come meglio credeva.
La resa delle forze armate a Sanaa e la relativa facilità con cui gli Houthi hanno potuto avvicinarsi, in gennaio, al palazzo presidenziale, ne è un chiaro indizio: ora i miliziani fedeli a Saleh starebbero marciando su Aden e, secondo la stampa araba, sarebbero a circa 30 chilometri dal porto meridionale yemenita, nonostante i raid della coalizione e gli scontri con i sostenitori di Hadi. Ieri, nella provincia meridionale di Shabwa, i partigiani di Saleh e gli Houthi sarebbero stati attaccati da alcune milizie tribali: il bilancio è stato di 50 morti tra i ribelli.
E mentre i raid della coalizione continuano, soprattutto – secondo l’AFP – nella zona di Marib e intorno alla costa di Hodeida, Riyadh non esclude l’offensiva via terra. Nonostante il proclama fatto ieri dal portavoce della coalizione, il Generale Ahmed Asiri, sui “progressi portati dagli attacchi aerei”, l’ambasciatore saudita a Washington Adel al-Jubeir non ha negato un possibile ingresso di truppe dai confini nord dello Yemen. Nelle dichiarazioni rilasciate alle emittenti NBC e CBS il diplomatico ha detto che “nessuna opzione è esclusa”. “Siamo determinati – ha confermato al-Jubeir – a distruggere le capacità Houthi. Siamo determinati a proteggere e preservare il legittimo governo dello Yemen. E siamo determinati a proteggere il popolo dello Yemen. Continueremo questa campagna finché tali obiettivi non saranno raggiunti”. Nena News