Mentre a Sa’ada si piange l’ennesima strage di civili, l’Arabia Saudita aderisce all’appello Onu: annuncia una “generosa” donazione e la creazione di corridoi umanitari per consegnare aiuti
della redazione
Roma, 22 gennaio 2018, Nena News – Questa mattina la coalizione sunnita a guida saudita responsabile della guerra contro lo Yemen ha annunciato un contributo da 1,5 miliardi di dollari in aiuti umanitari al paese del Golfo, devastato dal conflitto: “La coalizione coordinerà 1,5 miliardi di dollari in aiuti per finanziare la distribuzione attraverso le agenzie Onu e le organizzazioni umanitarie internazionale”, si legge nel comunicato saudita.
La misura giunge dopo un appello urgente lanciato dalle Nazioni Unite che indicano in almeno 2,96 miliardi la somma necessaria ad alleviare le sofferenze della popolazione civile. E giunge a pochi giorni dal “salvataggio”, anche questo deciso da Riyadh, della banca centrale yemenita, oggi nella capitale provvisoria Aden: due miliardi di dollari per salvare il rial yemenita, il cui valore è crollato a causa del conflitto in corso. L’iniezione di contanti dovrebbe servire, dice la petromonarchia, a garantire la stabilità dello Yemen.
Non solo: stamattina l’Arabia Saudita ha parlato di rinnovato impegno a “incrementare le capacità dei porti yemeniti a ricevere aiuti umanitari”. In particolare Riyadh ha promesso 40 milioni di dollari per l’allargamento dei porti, così che possano accogliere i cargo di aiuti, e per aprire un corridoio diretto tra la capitale saudita e la città yemenita di Marib oltre a 17 corridoi più piccoli per facilitare il trasporto di aiuti umanitari.
“Stiamo sostenendo una missione umanitaria professionale, pianificata e dettagliata, attraverso le capacità militari e la precisione per garantire che gli aiuti umanitari raggiungano la popolazione che necessita un miglioramento delle condizioni di vita”, aggiunge il portavoce della coalizione, il colonnello Turki al-Maliki.
Un’ondata di generosità dal sapore amarissimo e propagandistico: con una mano Riyadh gira denaro, con l’altra premi i bottoni che sganciano quotidianamente bombe sul paese e impone un durissimo embargo sulle aree più colpite dalla guerra, ovvero quelle settentrionali e centrali in mano al movimento Ansar Allah, della comunità Houthi.
Sono oltre 9.200 i civili uccisi dal marzo 2015, quando l’operazione “Tempesta decisiva” fu lanciata, bilancio che sfiora i 14mila tenendo conto dei combattenti Houthi. Vittime a cui vanno aggiunti 2.200 morti di colera, epidemia che ha colpito l’intero paese e a cui oggi seguono anche tifo e dengue. Oltre 8 milioni di persone hanno immediato bisogno di aiuti umanitari, 400mila i bambini gravemente denutriti e 1,8 milioni malnutriti. E 21 milioni di civili, l’80% della popolazione, vivono in condizioni di estrema povertà.
Mentre Riyadh paventava aiuti umanitari, bombardava il paese, come ogni giorno da 34 mesi. Questa mattina i caccia sauditi hanno colpito il nord della provincia settentrionale di Sa’ada, uccidendo almeno sette persone (cinque bambini, una donna e un uomo) e ferendone cinque. Un’intera famiglia la cui casa è stata direttamente bombardata, secondo quanto riportato da al-Masirah tv, vicina agli Houthi.
Colpiti oggi anche la sede dell’emittente Yemen Tv, nella capitale Sana’a, già bombardata lo scorso dicembre e alcuni edifici vicini, tra cui case e negozi. Nena News