Nel governatorato yemenita, continuano gli scontri tra gli houthi e le forze governative. Paura per i civili: da febbraio sono almeno 8.000 in più in questa area. L’Onu chiede aiuti, ma riceve solo la metà della cifra necessaria
della redazione
Roma, 6 marzo 2021, Nena News – Almeno 90 combattenti uccisi in un solo giorno: è il risultato dei violenti combattimenti che sono avvenuti ieri nel governatorato yemenita di Marib. L’area è da un mese sottoposta a sanguinosi scontri: l’obiettivo dei combattenti sciiti filo-iraniani (houthi), infatti, è quello di riprendere il controllo dell’ultimo governatorato in mano alle forze governative nel nord del Paese. Secondo fonti vicine al governo, 32 persone sono state uccise nei combattimenti mentre 58 ribelli sciiti sono stati uccisi dai raid della coalizione a guida saudita anti-houthi. Gli scontri stanno avendo gravi conseguenze anche sulla popolazione civile: si tenga presente che nel distretto di Sirwah ci sono almeno 30.000 sfollati a causa degli scontri che vivono in condizioni difficili. Secondo l’Onu, da inizio febbraio si contano più di 8.000 nuovi sfollati nell’area. Molti di questi sono stati costretti a lasciare i campi in cui avevano trovato una qualche forma di protezione propria per via dell’intensificarsi delle violenze. Il numero finora raggiunto è però destinato a salire visto che anche in questa parte del Paese la guerra civile yemenita (ormai prossima al suo sesto anno) continua inesorabilmente.
La situazione umanitaria è sempre più allarmante in Yemen: nonostante i ripetuti allarmi per una delle peggiori carestie degli ultimi decenni ormai alle porte, la richiesta da parte dell’Onu di aiuti alla comunità internazionale ha ottenuto questa settimana meno della metà (1,7 miliardi di dollari) della cifra ritenuta necessaria. Mark Lowcock, capo dell’assistenza umanitaria presso l’Onu, non ha dubbi: “Stiamo parlando di una enorme carestia. Le carestie erano comuni al mondo, ma oggi sono molto rare. Sono scelte di persone potenti su persone prive di potere. Le carestie ci sono solo come conseguenza di una decisione da parte delle persone potenti”.