Si tratta del terzo “incidente” nelle strutture dell’organizzazione umanitaria in Yemen in meno di quattro mesi. Saadah, roccaforte dei ribelli sciiti, è la provincia più colpita. E’ di nuovo polemica sull'”attenzione ai civili” sbandierata da Riyadh
della redazione
Roma, 11 gennaio 2015, Nena News - Un nuovo missile, il terzo in quattro mesi, ha centrato ieri una clinica di Medici Senza Frontiere in Yemen uccidendo quattro persone e ferendone almeno 10, di cui due in condizioni gravissime. Lo ha reso noto l’organizzazione stessa in un comunicato diffuso in serata, lanciando l’allarme sull’aggravarsi del bilancio in quanto “alcune persone si trovano ancora sotto le macerie”.
La struttura colpita si trova nella provincia di Saadah, roccaforte Houthi nel nord-ovest del paese, zona sotto bombardamento costante da parte della vicina Arabia Saudita che guida la coalizione anti-houthi costituitasi la scorsa primavera. Ma se di dubbi sull’autore dell’attacco non ve ne fossero, MSF ha dichiarato di non sapere ancora se si sia trattato di un raid saudita o se il missile fosse stato lanciato da terra.
Raquel Ayora, direttrice delle operazioni di Medici Senza Frontiere, ha condannato duramente l’accaduto “che conferma il preoccupante andamento degli attacchi ai servizi medici essenziali”. “Esprimiamo – ha continuato in un comunicato stampa – la nostra più forte indignazione in quanto questo gesto lascia una popolazione molto fragile senza assistenza sanitaria per settimane. Ancora una volta, si tratta di civili che portano il peso di questa guerra”.
Sulla casualità dell’incidente, l’organizzazione umanitaria ha pochi dubbi. “Non è possibile – ha aggiunto Ayora – che chiunque abbia la capacità di effettuare un attacco aereo o lanciare un razzo non sapesse che la clinica è una struttura sanitaria funzionante supportata da MSF”. La coalizione a guida saudita ha promesso di avviare un’indagine sull’incidente, precisando che ha più volte ripetuto di non colpire i civili. Eppure tre “incidenti” in tre diverse strutture in quattro mesi cominciano a essere tanti.
Il primo a essere colpito dalla coalizione, lo scorso ottobre, era stato un ospedale gestito da MSF sempre nella provincia di Saada: il raid aereo in quel caso non causò vittime. A dicembre, invece, l’organizzazione aveva accusato il contingente anti-sciiti di aver bombardato un’altra delle sue strutture nella provincia di Taez: il bilancio era stato di 9 feriti, tra cui due membri dello staff.
Si riaccendono, quindi, le polemiche intorno a Riyadh, alleato di ferro dell’Occidente, in passato accusato da Amnesty e da altre organizzazioni umanitarie di aver impedito la consegna degli aiuti alla popolazione e di ave colpito alcune scuole. Dall’inizio dell’intervento saudita, lo scorso 26 marzo, le vittime del conflitto sono arrivate a 5.700: metà di loro sono civili. Nena News