Approvato oggi il nuovo governo turco. Nove nomi nuovi, ma a capo dei ministeri chiave restano i fedelissimi del presidente. Unica novità è rappresentata da Omer Celik che sostituisce Bozkir al dicastero degli Affari con l’Unione europea. Nel suo primo discorso il premier promette: “avremo una nuova costituzione che prevederà un sistema presidenziale”
della redazione
Roma, 24 maggio 2016, Nena News – Silurato Davutoglu, il sogno di Erdogan di trasformare la Turchia in una repubblica presidenziale si fa giorno dopo giorno sempre più concreto. Il discorso pronunciato oggi dal suo fedele alleato, nonché da qualche giorno neo-premier turco, Binali Yildirim è emblematico. Parlando ai suoi colleghi di partito per la prima volta da quando è primo ministro, Yildirim ha indicato subito il principale obiettivo del suo governo: “agiremo immediatamente per avere una nuova costituzione che preveda un sistema presidenziale”. “La nostra priorità – ha poi aggiunto – è armonizzare la carta costituzionale con la situazione attuale per ciò che riguarda i legami del presidente con il suo popolo”. Frase articolata, ma la cui traduzione non può essere che più semplice: trasformazione della Turchia in una repubblica presidenziale dove a Erdogan spetteranno poteri ancora più estesi di quelli attuali che lo faranno diventare, de facto, padrone assoluto del Paese.
Prima di raggiungere quest’obiettivo, il “sultano” è però conscio che ci sono alcuni passaggi obbligati da compiere. Il primo è stato fatto quattro giorni fa con l’approvazione della bozza anti-immunità che, in pratica, farà piazza pulita del partito di sinistra filo curdo Hdp, l’unica vera opposizione al governo dell’Akp, non solo per i suoi legami con quelli che Ankara definisce i “terroristi” del Pkk, ma anche per la coraggiosa e solitaria battaglia politica contro il dilagante potere del presidente. Un isolamento che è apparso evidente venerdì quando anche parte della cosiddetta opposizione (nazionalisti, ma soprattutto repubblicani) ha votato con l’Akp sposando di fatto la sua stessa politica.
Oggi, poi, è arrivato l’obbligato passaggio istituzionale: la formazione di un nuovo governo dopo le “dimissioni” di Davutoglu. L’esecutivo, approvato da Erdogan, include nove nomi nuovi. Tuttavia, non presenta grosse differenze rispetto a quello precedente. Invariati restano infatti gli Esteri con Cavusoglu, la Giustizia con Bozdag, gli Interni con Ala, l’Economia con Zeybekci, le Finanze con Agbal e ha conservato il suo posto al ministero dell’Energia pure il genero di Erdogan, Albayrak. Alla carica di vice premier resterà Simsek.
Il principale cambiamento da segnalare è nel ministero dei rapporti con l’Unione europea che passerà a Omer Celik, portavoce dell’Akp e di cui è nota la vicinanza con il presidente. A Celik viene affidato un incarico molto importante viste le tensioni crescenti tra Ankara e Bruxelles per la questione degli immigrati. A suggellare il suo dominio sul nuovo esecutivo, Erdogan presiederà domani la prima riunione governativa nel suo palazzo presidenziale. La nascita del governo Yildirim ha avuto già un risultato positivo: la lira turca ha guadagnato 3 punti percentuali. Nena News
Le forze Dell ordine hanno l obbligo di verba,iniziare il sequestro confisca o pignoramento celle bombe e armi da guerra armi chimiche
( non serve le armi da guerra per governare – hanno il cdrvello sano ? )
Chi rompe paga ( chi uccide per la legge e’ reato mortale e grave oltre al danno hanno costi nel mantenimento in carcere – lavori forzati )
Ermelinda Mangiavini reali e nobili
Brescia Italia ue