L’Akp non risale nei sondaggi: cresce il timore di un intensificarsi delle violenze anti-kurde in chiave elettorale. Ieri notte feriti in due attacchi oltre 30 soldati. Altri raid aerei contro il Pkk in Iraq: 5 morti.
della redazione
Roma, 22 settembre 2015, Nena News – Mentre la Turchia si prepara alle elezioni anticipate del primo novembre, continuano gli scontri armati tra il Pkk e l’esercito di Ankara, riaccesi dalla decisione del governo turco di lanciare una vasta operazione – in chiara chiave elettorale – contro il movimento kurdo.
Ieri notte 24 soldati sono rimasti feriti nella provincia orientale di Van nell’esplosione di un ordigno artigianale. La bomba è saltata in aria al passaggio di una pattuglia militare. Poco dopo, all’alba, altri 11 soldati sono stati feriti lungo la superstrada Van-Akkari, da un altro ordigno. Secondo le autorità turche in entrambi i casi la responsabilità va attribuita ai combattenti kurdi.
Che continuano a loro volta ad essere target dell’aviazione turca nel nord dell’Iraq: ieri cinque miliziani sono stati uccisi in un raid che ha distrutto un magazzino d’armi. Azioni ormai quotidiane: pochi giorni fa i combattenti uccisi nelle montagne nel nord dell’Iraq sono stati 55, secondo dati di Ankara.
Sebbene la tensione sia palpabile e la violenza concreta (basti pensare al durissimo assedio di Cizre, città del Kurdistan turco, durato oltre 10 giorni), i piani elettorali di Erdogan non paiono realizzarsi: secondo i sondaggi il suo partito, l’Akp, non sfonda e resta al palo, intorno al 41% ottenuto alle scorse elezioni.
Il presidente tenta di crogiolarsi con l’appoggio dei suoi sostenitori: domenica 100mila persone sono scese in piazza a Istanbul in sostegno alla sua campagna anti-kurda e contro il separatismo di quelli che vengono definiti terroristi. Si crogiola anche il premier Davutoglu, che ieri definiva i raid contro il Pkk i più efficaci da trent’anni a questa parte: in un’intervista alla Show Tv, Davutoglu ha detto che l’aviazione ha distrutto 452 target, da fine luglio ad oggi. Ha poi finto di aprire la porta al negoziato: si può discutere se il Pkk abbandonerà le armi. Eppure il Partito Kurdo dei Lavoratori le armi le aveva spontaneamente abbandonate tre anni fa, quando il suo leader Ocalan optò per la fine della guerra armata e l’avvio dei negoziati con Ankara.
A rompere le tregua è stata Ankara, che oggi imputa all’avversario le violenze di questi mesi. Che appaiono violenze studiate a tavolino, per terrorizzare l’opinione pubblica con un nuovo fronte di guerra e spingerla a rifugiarsi tra le confortanti braccia dell’uomo forte, Erdogan. I piani del presidente sono palesi: ottenere la maggioranza assoluta alle nuove elezioni per poter avviare la riforma tanto agognata, trasformare il sistema turco da parlamentare a presidenziale.
Per realizzare il suo sogno nel cassetto deve spazzare via la concorrenza e in particolare l’Hdp, il Partito Democratico del Popolo, formazione di sinistra turca e kurda che alle elezioni di giugno è esplosa ottenendo un inatteso 13%. Per piegare l’Hdp e il suo leader Demirtas, Erdogan ha usato metodi diversi: dall’arresto arbitatrio di membri e sostenitori negli ultimi mesi all’apertura di un’inchiesta giudiziaria contro il segretario. E oggi getta discredito sul partito accusandolo di mirare a spaccare la Turchia, una carta che funziona in un paese tradizionalmente nazionalista.
Ma c’è un problema: alle elezioni mancano meno di 40 giorni e, a parte la strategia della paura, la campagna elettorale non è realmente partita anche a causa di una generale mancanza di soldi. I fondi dei vari partiti sono stati utilizzati per il voto di giugno. Su Erdogan pesa anche la colpa di aver fatto chiaramente fallire la formazione di un governo di coalizione.
Difficile che l’Akp risolga dalle ceneri in cui il suo leader l’ha trascinato: la maggioranza assoluta resta, per ora, un sogno e all’orizzonte si profila già la necessità di un governo misto. Il timore di molti è palese: un’escalation delle violenze contro i kurdi in Turchia e in Iraq per accaparrarsi i voti degli incerti. Nena News