Dopo un periodo di relativa calma, torna a soffiare il vento dell’Intifada. L’ultima uccisione è avvenuta stamattina a Tel Rumeida (Hebron). Secondo le forze di sicurezza, le vittime avevano attaccato coloni e militari israeliani
della redazione
Roma, 17 settembre 2016, Nena News – Quattro palestinesi e un cittadino giordano sono stati uccisi tra giovedì notte e oggi dalla polizia e dall’esercito israeliani. Secondo la versione ufficiale, avevano colpito o tentato di colpire coloni e militari. L’ultima uccisione ha avuto luogo stamane a Tel Rumeida (Hebron). La vittima si chiamava Hatem ‘Abd al-Hafiz ‘Abd al-rahim ash-Shaludi e aveva 25 anni. Fonti dell’esercito riferiscono che il giovane è stato raggiunto dai proiettili sparati dai soldati israeliani dopo che aveva accoltellato un militare (ferendolo leggermente).
Ieri a Gerusalemme, nei pressi della Porta di Damasco, è stato ucciso Said Amr, 28 anni. Amr, giunto in città giovedì dalla Giordania, avrebbe tentato di pugnalare un poliziotto israeliano, ma è stato subito abbattuto dagli spari di altri agenti. Qualche ora più tardi, nei pressi di Kiryat Arba, alle porte di Hebron, una coppia di palestinesi a bordo di un’auto avrebbe investito intenzionalmente tre coloni israeliani. L’autista, Musa Khaddour di 18 anni, è stato colpito mortalmente dalle raffiche sparate dai soldati. Nel corso della sparatoria è rimasta ferita anche la sua fidanzata Raghad Khaddour, sorella di Majd Khaddour ucciso nello stesso punto lo scorso giugno in seguito ad un attacco.
Ieri pomeriggio a Tel Rumeida (Hebron) è stato ammazzato un altro palestinese che aveva attaccato e ferito un soldato. Giovedì notte ha perso la vita invece Muhammad Sarahin (21 anni). Sarahin era ricercato dai servizi israeliani ed è stato ucciso durante un raid delle truppe scelte dello stato ebraico nel villaggio di Beit Ula dove si era nascosto. “L’uccisione dei (nostri) martiri indica che Israele vuole l’escalation” ha commentato a caldo Nabil Abu Rudeina, portavoce del presidente palestinese Abu Mazen.
Il ritorno degli attacchi palestinesi – dopo mesi di relativa calma – potrebbe portare all’imposizione di misure punitive nei villaggi dove risiedevano gli aggressori. Ad affermarlo è stato ieri il direttore dell’ufficio distrettuale di Hebron per le attività del governo israeliano nei Territori (COGATI), Hariz Safadi. In seguito all’attacco di ieri a Tel Rumeida (con quello di oggi il secondo nel giro di 30 ore), Safadi ha detto che le autorità israeliane potrebbero punire gli abitanti del villaggio Bani Naim da dove provenivano i Khaddour. Nena News