I fatti risalgono allo scorso 4 aprile nel villaggio “ribelle” di Khan Sheikhun (87 le vittime). Anche il Segretario di Stato Usa, Rex Tillerson, va giù duro con il presidente siriano: “Il suo tempo sta per finire, nessun ruolo per lui e la sua famiglia nel futuro del Paese”
della redazione
Roma, 27 ottobre 2017, Nena News – Il governo siriano di Bashar al-Asad è responsabile dell’attacco con gas sarin dello scorso 4 aprile nel villaggio “ribelle” di Khan Sheikhoun. A dirlo è stato ieri un rapporto dell’Onu. “Siamo convinti che la Repubblica araba siriana sia dietro a quanto accaduto allora” hanno fatto sapere dal Palazzo di Vetro. Il raid causò allora la morte di 87 persone del villaggio situato nella provincia di Idlib (nord ovest della Siria, sotto il controllo qa’edista) e spinse gli Usa di Trump a sparare una dozzina di missili cruise contro la base aerea siriana dove, secondo Washigton, il gas era stato immagazzinato.
Le immagini del post-attacco fecero ben presto il giro del mondo suscitando la rabbia e lo sdegno della comunità internazionale (come al solito ad intermittenza e solo di fronte a certi massacri). I risultati di ieri erano stati anticipati in qualche modo lo scorso mese da alcuni specialisti dell’Onu che avevano detto di aver trovato “prove” delle responsabilità di Damasco per quanto avvenuto a Khan Sheikhoun. Diversa la versione dei siriani e dei loro alleati russi: l’attacco sarin era stato causato molto probabilmente da una bomba esplosa direttamente sul terreno e non da un attacco aereo.
La scorsa settimana l’ong per i diritti umani Human Rights Watch (HRW) aveva chiesto alla Russia di non bloccare l’inchiesta che avrebbe dovuto individuare il responsabile di quell’attacco. “La Russia – denunciò venerdì scorso Ole Solvang, vice direttore delle emergenze a HRW – sta nei fatti tenendo in ostaggio l’indagine. Tutto ciò ha un nome: ricatto”. “Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu – concluse l’ong – dovrebbe agire velocemente per imporre sanzioni a individui o gruppi responsabili per quel raid”.
Parole dure contro il governo siriano sono giunte ieri anche dal Segretario di Stato Usa. Incontrando l’inviato speciale delle Nazioni unite per la Siria, Staffan de Mistura, Rex Tillerson ha infatti dichiarato che al-Asad e la sua famiglia non dovranno avere alcun ruolo nel futuro della Siria. Una posizione, piaccia o meno la realtà dei fatti, che è del tutto anacronistica visto lo stato dell’arte del conflitto dove il presidente siriano, grazie ai suoi sponsor russi e iraniani, riconquista sempre più fette di territorio dalle mani del fu “califfato” islamico.
Ma la parole del Segretario statunitense sono però anche sintomo della frustrazione americana per la scarsa incidenza che stanno avendo in Siria e un po’ in tutto il Medio Oriente: la sopravvivenza del regime siriano non è altro che l’immagine più nitida dei diversi successi diplomatici (e militari) che i russi stanno incassando nell’area Mena (Medio Oriente e Nord Africa). Ma se da un lato prova a colpire Mosca tirando in mezzo Asad, dall’altro Tillerson sa anche che l’amministrazione Trump deve attenersi ad alcuni paletti concordati dalla diplomazia internazionale.
Uno di questi è il processo di pace di Ginevra che riprenderà il prossimo 28 novembre nella città svizzera e che è considerato da tutti gli attori mondiali come l’unico strumento per porre fine al conflitto, dare vita ad una fase politica di transizione che possa portare a delle elezioni. Per questo il segretario ha dato l’ok a Gineva, ma ha precisato però che “gli Usa vogliono una Siria unificata dove Bashar al-Asad non avrà alcun ruolo al governo”. “Lo abbiamo ripetuto più volte che non c’è futuro per questa famiglia – ha detto Tillerson ai giornalisti in Svizzera – Il regno degli al-Asad è giunto alla fine. L’unica questione da capire è come ciò avverrà”.
Il governo siriano – ha poi sottolineato – sta avendo successo solo per “il sostegno aereo russo”. Non quindi iraniano: “Non credo che la Siria rappresenti una vittoria per l’Iran. Questi sono dei parassiti. Non devono prendersi alcun merito per la sconfitta dello Stato Islamico (Is). Hanno solo approfittato della situazione”. “Gli Usa – ha poi promesso – continueranno i loro sforzi per diminuire la violenza in Siria” Dalle parole.