La tv di stato siriana mostra immagini di truppe russe al fianco di quelle governative. Washington osserva e prosegue con i colloqui trilaterali con Russia e Arabia Saudita per una soluzione politica del conflitto siriano. Londra, invece, prepara un documento da presentare alla Camera dei Comuni per mandare truppe a Damasco e in Libia
della redazione
Roma, 5 settembre 2015, Nena News - C’è aria di intervento straniero nel conflitto siriano. Ancora una volta. Washington sta tenendo d’occhio Mosca, la cui presenza a Damasco- come riporta il quotidiano britannico Telegraph – nei giorni scorsi si era fatta più consistente: la tv di stato siriana avrebbe infatti mostrato alcune immagini di truppe russe al fianco di quelle governative. A dare man forte alla notizia, su alcuni account social legati al fronte al-Nusra sarebbero state diffuse foto di presunti jet russi nei cieli siriani.
Sebbene non ci sia stata “alcuna ridistribuzione di aerei da combattimento russo nella Repubblica araba siriana” – come ha dichiarato ieri una fonte anonima al portale Russia Today – e sebbene “l’aviazione russa si trovi nelle sue basi permanenti impegnata nei normali addestramenti delle sue truppe”, sulla stampa continuano a circolare voci sul suo impegno “fisico” al fianco del regime di Damasco. Qualche giorno fa, ad esempio, una fonte sempre anonima dichiarava al London Times che nella cittadina di Slanfeh, 50 km a est di Lattakia, nelle ultime settimane si era assistito a un aumento dei funzionari russi. Un sito web dei ribelli, inoltre, avrebbe dichiarato che le forze russe “hanno iniziato ad assumere un ruolo diretto nell’organizzazione delle linee difensive del regime nelle montagne sopra Lattakia”.
Ufficialmente Mosca è impegnata in nuovi colloqui con Arabia Saudita e Stati Uniti per trovare una soluzione al conflitto siriano: come dichiarato ieri dal Segretario di Stato Usa John Kerry, infatti, si sta “cercando di capire se possiamo trovare una via diplomatica, una soluzione politica che avrà un impatto”. Ufficiosamente, però, lavora per mantenere Bashar al-Assad al potere e schiacciare l’avanzata del fondamentalismo islamico, che ormai ha fagocitato oltre un terzo della Siria. Non si può non considerare la presenza, stando alle cifre diffuse dal Ministero degli interni siriano, di oltre 2 mila combattenti russi provenienti dal Caucaso tra le fila del cosiddetto Stato islamico. Mercenari che hanno già promesso al presidente russo Vladimir Putin di “liberare la Cecenia e il nord del Caucaso”.
Washington, che a detta di Kerry non ha alcuna intenzione di intervenire con truppe a terra in Siria, osserva le mosse di Mosca, che nel frattempo annuncia che Assad indirà elezioni parlamentari a breve ed è pronto a “dividere il potere con una sana opposizione”. “Vogliamo davvero creare – ha detto Putin ai giornalisti a margine dell’Eastern Economic Forum a Vladivostok – una sorta di una coalizione internazionale per la lotta contro il terrorismo e l’estremismo. Stiamo anche lavorando con i nostri partner in Siria – ha aggiunto – perché questa unione di sforzi nella lotta al terrorismo vada di pari passo con un processo politico nel paese”.
Se Mosca dissimula, Londra è invece sul piede di guerra. La BBC riporta che la prossima settimana il governo presenterà una “risoluzione” alla Camera dei Comuni per un eventuale intervento militare britannico in Siria contro l’Isis. A convincere i deputati, secondo il governo, saranno i successi dei raid dell’aviazione britannica in Iraq e l’addestramento di truppe curde e irachene. Ma soprattutto la paura di nuovi, massicci flussi migratori che stanno provocando una frattura sempre più ampia tra Londra e l’Unione Europea. Per questo, secondo i piani di Downing Street, alcune truppe saranno destinate alla Libia, ma questo dipenderà soprattutto dall’esito che avranno i colloqui tra il governo di Tripoli e quello di Tobruk: in caso di accordo, il contingente britannico potrebbe far parte di un’eventuale coalizione della Nato. Tutto, purché le coste libiche siano ben sigillate. Nena News
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