La vittima, identificata come Malik Akram Shahin, sarebbe stata colpita alla fronte dai soldati intenti a rastrellare il campo profughi poco prima dell’alba. Sale a 113 palestinesi e 17 israeliani uccisi il bilancio della sollevazione esplosa lo scorso primo ottobre
della redazione
Roma, 8 dicembre 2015, Nena News - Un ragazzo di 19 anni è stato ucciso questa mattina all’alba nel campo profughi palestinese di Dheishe, a Betlemme, centrato alla fronte da una pallottola sparata dai soldati israeliani entrati poco prima per un rastrellamento nel campo. La versione contorta del portavoce dell’esercito di Tel Aviv parla di “una rivolta scoppiata durante la notte a Dheishe, con i palestinesi che lanciavano bombe molotov” contro i soldati israeliani.
La rivolta sarebbe quindi scoppiata durante l’ennesima incursione delle forze di occupazione in area A, sotto controllo palestinese, caratterizzata dall’irruzione nelle case, fuoco di proiettili, gas lacrimogeni e granate stordenti lanciate “indiscriminatamente” nelle stradine del campo, stando al racconto degli abitanti.
Secondo le testimonianze rilasciate all’agenzia Maan la vittima, identificata come Malik Akram Shahin, sarebbe stata lasciata sanguinare a lungo a terra prima di essere trasportata all’ospedale di Beit Jala, dove i medici ne hanno decretato il decesso. Subito dopo è arrivata la dichiarazione del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina – di cui Shain sarebbe stato sostenitore – della morte del ragazzo “durante gli scontri feroci con le truppe israeliane che hanno fatto irruzione nel campo per arrestare i giovani affiliati al FPLP”.
L’agenzia Maan riporta che poco dopo l’annuncio della morte di Shain, decine di giovani si sono radunati nel campo in segno di protesta. Le manifestazioni si sono estese anche al vicino campo di Aida, come riporta l’agenzia Wafa. A Dheishe, le forze di occupazione israeliane avrebbero arrestato una decina di giovani.
Shahin è il centotredicesimo palestinese ucciso da Israele dall’inizio della sollevazione nei Territori occupati del primo ottobre scorso. Molte delle vittime, colte in flagrante o sospettate di essere sul punto di attaccare israeliani con coltelli, sono state abbattute sul luogo da soldati, coloni e guardie private, il resto è stato colpito a morte durante i raid e gli scontri con l’esercito. Le vittime israeliane finora sono 17, oltre a un americano e a un eritreo richiedente asilo ucciso scambiato per attentatore palestinese. Nena News