Dopo la confessione, ora la polizia indaga sul tentato rapimento un bambino palestinese di 9 anni il giorno prima. Agli arresti domiciliari Tariq Abu Khdeir, il quindicenne con passaporto americano ripreso mentre veniva brutalmente picchiato dai soldati israeliani
AGGIORNAMENTO ORE 13 - Tre delle sei persone – a cui la polizia si riferisce come a degli estremisti israeliani – fermate per l’omicidio di Mohammed Abu Khdeir, il sedicenne palestinese bruciato vivo per vendetta in seguito al ritrovamento dei corpi dei tre giovani coloni scomparsi il 12 giugno, hanno confessato. A riferirlo, è stata poco fa la polizia israeliana, dopo che i tre avevano ricostruito il percorso fatto dal momento del rapimento a quello dell’uccisione in una foresta vicino a Gerusalemme. La polizia israeliana sta continuando a interrogare i sei anche sul tentativo di rapimento di Musa Zalum, nove anni.
Tra stanotte e questa mattina un gruppo di coloni provenienti dall’insediamento illegale di Halamish ha provato a effettuare un raid nel villaggio palestinese di Nabi Saleh, vicino Ramallah e uno a Deir Nidam, vicino Nablus, come riporta l’agenzia Ma’an. In entrambi i casi sono stati bloccati dai residenti dei villaggi, che si sono difesi lanciando pietre e bottiglie. Secondo alcuni testimoni locali, l’esercito israeliano sarebbe intervenuto a Deir Nidam aprendo il fuoco contro i palestinesi assaliti dai coloni.
Ieri altri coloni, questa volta provenienti dall’insediamento di Yitzhar, hanno attaccato il villaggio di Ein Abus, vicino Nablus. Dopo aver devastato il villaggio e tentato di distruggere una casa, si sono scontrati con i residenti palestinesi. Anche in questo caso, secondo alcuni abitanti, l’esercito avrebbe lanciato bombolette a gas contro gli abitanti di Ein Abus.
Nella notte tra venerdì e sabato alcuni coloni hanno rapito un palestinese di 22 anni, Tariq Ziyad Zuhdi Adeli dal villaggio di Osarin, a sud di Nablus, per poi abbandonarlo ferito in un campo lontano fuori dal centro abitato: Abbas Adeli testimonia di aver visto alcuni coloni spruzzargli del gas sul viso da un’auto per poi trascinarlo nell’abitacolo. Il ragazzo ha chiamato il padre verso mezzanotte ed è stato trasportato all’ospedale Rafedia di Nablus, dove i medici gli hanno riscontrato alcune profonde ferite da taglio alle gambe: secondo la testimonianza del giovane, sarebbero state provocate da un’accetta.
Proseguono inoltre gli scontri tra palestinesi e soldati in Cisgiordania sull’onda dello sdegno provocato dall’assassinio di Mohammed Abu Khdeir, bruciato vivo da israeliani decisi a vendicare l’uccisione di tre ragazzi ebrei in Cisgiordania. Da stamani all’alba si segnalano scontri a Hebron e nelle zone vicine – nel campo di Arroub almeno 20 palestinesi sono stati feriti dalle pallottole di rivestite di gomma sparate dai militari – ma anche a Tulkarem e Ram.
della redazione
Roma, 07 luglio 2014, Nena News - Nove giorni di arresti domiciliari per Tariq Abu Khdeir, l’adolescente palestinese con passaporto americano picchiato selvaggiamente dalla polizia israeliana e arrestato durante gli scontri di giovedì scorso nel campo profughi di Shu’afat a seguito della conferma della pista sul rapimento di suo cugino Mohammed Abu Khdeir, 16 anni, seviziato e bruciato vivo da estremisti israeliani. Tariq, rilasciato su cauzione dopo un processo presso la corte distrettuale di Gerusalemme, secondo sua madre Suha “sarebbe rimasto a marcire in prigione come tutti gli altri, se non avesse avuto il passaporto americano”. “Il consolato americano a Gerusalemme – ha aggiunto la donna – è stato di grande aiuto non appena ha saputo dell’arresto di Tariq”.
Washington, che ha mostrato un improvviso interesse per le violenze inflitte dall’esercito israeliano ai palestinesi solo perché era coinvolto un suo cittadino, ha ordinato un’inchiesta sull’accaduto. Tariq, infatti, sarebbe stato ripreso da una telecamera mentre subiva il pestaggio da parte di due soldati israeliani: un video che ha fatto il giro del mondo, considerato “una montatura, pura propaganda” da parte della polizia israeliana ma che, nonostante le polemiche, mostra due militari accanirsi con calci in ogni parte del corpo di quello che sembra un ragazzo. “Abbiamo visto il video – ha detto un ragazzo di 15 anni che si trovava nel tribunale per subire un analogo processo – e per noi è una cosa normale. I soldati israeliani picchiano le persone ogni giorno”. Due attivisti del Programma Ecumenico di Accompagnamento in Palestina e Israele, intervistati dall’agenzia Ma’an, hanno ricordato che “ci sono così tanti bambini palestinesi che devono affrontare tutto questo e che non ricevono alcuna attenzione da parte dei media. Questa copertura è incredibilmente di parte”.
Intanto, la polizia israeliana ha confermato la pista dell’omicidio per vendetta nei confronti di Mohammed Abu Khdeir e arrestato sei estremisti israeliani – definiti “nazionalisti” da autorità e media internazionali – responsabili del sequestro e della brutale uccisione. La svolta – nei giorni successivi alla scoperta del cadavere le autorità israeliane avevano anche tentato di far passare l’assassinio dell’adolescente palestinese per ‘omicidio di onore legato all’omosessualità’ – è arrivata in seguito all’autopsia, che ha rilevato tracce di fumo e fuliggine nei polmoni di Mohammed, segno che era ancora vivo quando è stato dato fuoco al suo corpo.
La polizia israeliana sta proseguendo con le indagini e, stando a quanto riporta il quotidiano Haaretz, crede che ci sia un legame tra il sequestro di Mohammed e il tentativo di sequestro di un bambino di nove anni, Musa Zalum, a Gerusalemme est il giorno precedente. Il bambino sarebbe stato avvicinato da un’auto e, a portiere aperte, forzato a entrare. Dopo aver urlato in direzione della madre, sarebbe stato afferrato per il collo: la madre Dina, giunta in prossimità dell’auto, sarebbe stata colpita da persone che urlavano tra di loro in ebraico. Secondo quanto riporta Haaretz, la polizia israeliana crede che si tratti di una banda di “nazionalisti” formatasi per vendicare la morte dei tre coloni adolescenti scomparsi e trovati morti una settimana fa nei pressi di Hebron. Per quest’ultimo assassinio, le indagini non si sono rivelate poi così accurate come per l’omicidio di Abu Khdeir: devastazione totale della Cisgiordania per due settimane, con sette vittime accertate, e arresto indiscriminato di centinaia di palestinesi, ora in detenzione amministrativa. Nena News
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