I politici palestinesi – scrive il docente universitario Haidar Eid – non otterranno niente supportando la candidatura a premier di un generale accusato di crimini di guerra che proseguirà nelle politiche di apartheid e colonizzazione. È una forma di normalizzazione, in cui il colonizzato, accecato dall’ammirazione per la falsa democrazia liberale etnica del colonizzatore, non riesce a capire i meccanismi di potere
di Haidar Eid – Al Jazeera
Traduzione di Valentina Timpani
Roma, 30 settembre 2019, Nena News – Una delle gravi conseguenze dei disastrosi accordi di Oslo è stata la ridefinizione del popolo palestinese unicamente come coloro che vivono nella Cisgiordania occupata e nella striscia di Gaza. Gli 1,8 milioni di palestinesi cittadini israeliani di seconda classe e i sei milioni di rifugiati palestinesi che vivono nella diaspora vengono così relegati in fondo al programma di qualsiasi discussione dato che non hanno rappresentanti ai tavoli di negoziazione.
Il risultato è che ogni componente del popolo palestinese sta perseguendo il proprio programma e la propria soluzione finale di Stato – che sia uno stato indipendente per quelli che vivono in Cisgiordania e Gaza, un margine di budget maggiore per i palestinesi cittadini di Israele, o più diritti civili per i rifugiati che vivono nel mondo arabo.
Solo all’interno di questo contesto si può comprendere la mossa catastrofica di tre dei quattro partiti comprendenti la Lista Araba Unita di appoggiare Benny Gantz come prossimo primo ministro israeliano – un uomo che ha orchestrato crimini di guerra durante l’assalto israeliano a Gaza del 2014 che uccise più di 2.200 palestinesi e che non ha mostrato alcun rimpianto a riguardo.
La ragione per cui la Lista Araba Unita, eccetto tre membri del partito Balad, ha deciso di nominare Gantz è “perché vogliamo mettere fine all’era di Netanyahu”, come ha spiegato il presidente Ayman Oudeh.
Ha aggiunto in uno dei suoi tweet: “Vogliamo vivere in un posto pacifico basato sulla fine dell’occupazione, la fondazione di uno Stato palestinese a fianco dello Stato di Israele, vera uguaglianza, a livello civile e nazionale, giustizia sociale e sicuramente democrazia per tutti”, senza spiegare come questo giustifichi la loro nomina di Gantz, che ha già respinto tutte queste richieste anticipate e che si è vantato anzi di aver ucciso dei palestinesi durante la campagna elettorale.
Questa mossa senza precedenti dei politici palestinesi in Israele, che arriva in un momento in cui i cecchini israeliani uccidono e mutilano i dimostratori palestinesi ogni venerdì vicino la recinzione di Gaza, ha scatenato reazioni violente in tutta la Palestina storica. Ciò non solo perché il sostegno legittima un criminale di guerra che supporta la legge dello Stato-nazione razzista di Israele, che relega i palestinesi a cittadini di seconda classe, ma anche perché come primo ministro continuerà sicuramente a commettere crimini contro il popolo palestinese.
Riprenderà dove Benjamin Netanyahu lascia e continuerà a promuovere e consolidare l’apartheid, uccidendo civili palestinesi innocenti, mantenendo la West Bank sotto occupazione militare, assediando e soffocando la striscia di Gaza in un atto di punizione collettiva, annettendo la terra palestinese ed espandendo gli insediamenti illegali ebraici nella Cisgiordania.
Questa decisione della Lista Araba Unita riflette la miopia e l’opportunismo politico di parti dell’élite politica palestinese in Israele. Riduce la lotta per la vera eguaglianza dei cittadini palestinesi in Israele, e anche la comune lotta palestinese per la libertà e la giustizia, semplicemente per “liberarsi di Netanyahu” e rimpiazzarlo con un altro criminale di guerra.
Invece di esigere i loro pieni diritti, sono pronti a raccogliere “briciole di compassione lanciate dal tavolo di qualcuno che si considera [il loro] padrone”, come direbbe l’arcivescovo Desmond Tutu.
Le ripercussioni della decisione presa dalla Lista Araba Unita ci perseguiteranno per molto tempo. È una forma di normalizzazione, in cui il colonizzato, accecato dall’ammirazione per la falsa democrazia liberale etnica del colonizzatore, non riesce a capire i meccanismi di potere in uno Stato colonizzatore.
Come molte forze politiche palestinesi, a sinistra e a destra, hanno fatto notare, anche l’atto stesso di partecipare alle elezioni israeliane è altamente problematico. Legittima le strutture politiche israeliane, come la Knesset israeliana, il parlamento, dove l’oppressione del popolo palestinese è costantemente regolamentata e legalizzata.
Supportare queste strutture non può in alcun modo aiutare i palestinesi a raggiungere diritti umani di base, giustizia o uguaglianza. Dato che il nucleo del sistema è l’apartheid, lavorare dentro di esso non può e non potrà mai portare alla liberazione del popolo palestinese, essendo esso basato sulla loro segregazione, oppressione e occupazione.
Questo sistema deve essere boicottato per metterne in luce l’ordine razzista e per spianare la strada ad altre alternative. Perché ciò accada, comunque, è chiaro che c’è bisogno di una decolonizzazione della mente palestinese in Israele così che i leader dei partiti arabi in Israele capiscano che opporsi al pregiudizio politico e ideologico del sistema implica rifiutarne tutte le strutture di potere.
Finché ciò non accadrà, la Lista Araba Unita continuerà a fare il suo gioco politico, che non solo esclude gli altri due componenti del popolo palestinese ma mette in gioco anche i diritti basilari del suo elettorato.