Nel rapporto presentato stamattina, le forze del presidente siriano sono accusate di aver utilizzato bombe a barile in aree densamente popolate. Ma a terrorizzare la popolazione sono anche i gruppi non statali. Sul piano militare, Damasco e i miliziani di Hezbollah conquistano alcune colline nel Qalamoun. Avanzano anche i curdi siriani, ora a soli 50 km da Raqqa, la capitale dello Stato islamico. A Palmira, intanto, l’Is ha distrutto due antichi mausolei musulmani
della redazione
Roma, 23 giugno 2015, Nena News – Gli investigatori delle Nazioni Unite hanno affermato stamane che sia il governo siriano che i combattenti dell’opposizione stanno prendendo di mira i civili arreccando”sofferenze indicibili” alla popolazione. Il rapporto, commisionato dalla “Commissione internazionale indipendente di inchiesta sulla Siria”, sostiene che “ogni giorno che passa meno luoghi sicuri ci sono nel Paese”. Il documento sostiene che spesso le forze di al-Asad non impiegano armi precise “quando attaccano obiettivi in aree urbane densamente popolate, causando così molte vittime civili”. Il rapporto, inoltre, accusa Damasco per aver utilizzato le bombe a barile nei raid aerei della sua aviazione contro aree intere e non solo contro specifici obiettivi. Ciò rappresenta “una violazione della legge umanitaria internazionale” e “colpire i civili è un crimine di guerra”.
“Accanto alle bombe del governo e ai suoi raid aerei vi sono poi i suoi assedi, gli arresti e la scomparsa di maschi in età per combattere nelle aree turbolenti” ha detto al Consiglio dei diritti umani Paulo Pinheiro, capo della commissione d’inchiesta dell’Onu. Ma anche “il cannoneggiamento delle aree abitate dai civili compiuto da gruppi armati non statali - tra cui non solo l’Is [Stato islamico, ndr], [i qa’edisti di] an-Nusra e il Jaysh al-Islam - hanno terrorizzato uomini, donne e bambini che vivono nelle località sotto il controllo del governo”. Nel documento dell’Onu si afferma che sia i lealisti che i gruppi ribelli (tra cui lo Stato islamico) hanno imposto assedi “dall’effetto devastante” che hanno privato i cittadini di cibo e medicine causando malnutrizione e fame.
L’ambasciatore siriano Husan Eddin Aala ha respinto subito i risultati dell’inchiesta per ciò che concerne le attività governative. “Il gruppo terrorista dell’IS ha commesso massacri a Palmira e ha causato la morte e il ferimento di centinaia di persone. Ciò non sembra aver trovato spazio nel rapporto [dell’Onu]” ha detto stizzito Aala che ha accusato gli investigatori dell’Onu di “collusione e faziosità” perché non hanno denunciato la Turchia, l’Arabia Saudita e il Qatar, i finanziatori e i sostenitori dei gruppi ribelli che mirano alla destituzione del presidente al-Asad.
Proseguono intanto i combattimenti. I miliziani di Hezbollah e l’esercito siriano hanno ripreso alcune colline nel nord delle montagne del Qalamoun. A riferirlo è la tv del “partito di Dio” al-Manar. Tra i luoghi conquistati vi sarebbero Shubat al-Bakara, Thalakat al-Burkan e Qurnat Shubat al-Shakara. I soldati di Damasco e i guerriglieri sciiti di Hezbollah combattono i miliziani (soprattuto qa’edisti di an-Nusra e Is) nella regione del Qalamoun dal 4 maggio.
Ad avanzare sono anche i curdi siriani e alcuni gruppi a loro alleati che stamane hanno catturato una cittadina un tempo occupata dallo Stato Islamico e si avvicinano ora al principale fortino degli uomini di Abu Bakr al-Baghdadi in Siria: Raqqa la “capitale” de facto dell’autoproclamato califfato islamico. La conquista di Ein Issa – poche ore dopo che i combattenti curdi avevano preso il controllo della vicina base militare Brigata 93 – mette ancora più pressione ai jihadisti dell’Is che la scorsa settimana avevano subito la pesante sconfitta a Tal Abyad (a confine con la Turchia). Ora i curdi – aiutati dai raid della coalizione internazionale e sostenuti da alcune tribù arabe, da combattenti cristiani assiri e dalla fazione ribelle dei Burkan al-Furat – sarebbero solo a 50 km da Raqqa.
Intanto, l’Afp riferisce che i combattenti dello Stato islamico avrebbero distrutto due antichi mausolei musulmani nella città di Palmira. Intervistato dall’agenzia francese, il direttore delle antichità del Paese, Maamoun Abd al-Karim, ha detto che tre giorni fa i combattenti islamici hanno fatto saltare in aria le tombe di Mohammed Bin Alì (un discendente del cugino del profeta Maometto sita a 4 km dalla città) e quella di Nizar Abu Bahaaeddine (figura religiosa di Palmira) che si trova invece a soli 500 metri dalle antiche rovine.
Secondo Abulkarim, lo Stato islamico ha distrutto almeno 50 mausolei che si trovano nella regione sotto il suo controllo. L’età di queste opere oscilla tra i 100 e i 200 anni. “Li considerano contrari al loro credo e vietano le visite a questi siti” ha affermato sconsolato il direttore. Nena News
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